Mozart, ode all’amicizia contro ogni misoginia: in scena da stasera al Costanzi di Roma “Così fan tutte”

Mozart, ode all’amicizia contro ogni misoginia: in scena da stasera al Costanzi di Roma “Così fan tutte”
di Claudio Strinati
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 19:19
Così fan tutte ossia la scuola degli amanti di Mozart andò in scena nel gennaio 1790. Il libretto di Lorenzo Da Ponte, ispirato sia a fatti reali, sia all’Ariosto, a Goldoni e al Metastasio scatenò la potenza creativa già sperimentata dal maestro con i due precedenti testi del Da Ponte, Le Nozze di Figaro e il Don Giovanni, opere collegate in una ideale Trilogia di capolavori assoluti di cui è impossibile proclamare un eventuale vertice, anche se Così fan tutte è un vero miracolo. 

L’entusiasmo della direttrice Speranza Scappucci e del regista Graham Vick nell’allestimento all’Opera di Roma (in scena da stasera al 27) è evidente e commovente. Vick ha precisato che sente il Così fan tutte estraneo a qualunque forma di misoginia ma al contrario come un incitamento formidabile alle donne a non essere mai succubi delle coercizioni maschili; mentre la Scappucci ha ribadito il carattere universale e ecumenico di questa opera somma che, in un miracoloso equilibrio tra musica e parola, contiene tutta la gamma dei sentimenti umani quali «la rabbia, il perdono, il senso di colpa, la gelosia tra amanti e amici, il pentimento». 

È proprio così. Qui la componente etica è totalmente calata in quella estetica, dove la bellezza consiste nel dire le verità che non possono non essere avvertite come tali perché il linguaggio artistico che viene dal palcoscenico suona giusto, incontrovertibile e maestosamente lampante. Mozart era arrivato all’idea di un teatro in musica che pretende legittimamente di conseguire la categoria dell’universalità contenendo in sé le dimensioni del comico e del tragico indistricabilmente unite e veicolate a noi da una dottrina difficile e complessa da cui promana, paradosso estetico per antonomasia, la forza dell’evidenza e dell’immediatezza. 

LA VICENDA
La vicenda ambientata a Napoli è veramente divertente e raccontata in modo arguto e spregiudicato. Due ufficiali, Guglielmo e Ferrando sono convinti della assoluta fedeltà delle proprie rispettive fidanzate, Fiordiligi e Dorabella, dame ferraresi sorelle. Don Alfonso, anziano filosofo amico dei due bellimbusti, proclama l’inesistenza della fedeltà amorosa in sé, senza eccezioni nemmeno per le due meravigliose donne. I due giovanotti si offendono, minacciano Don Alfonso. Come si permette di mettere in dubbio l’onestà delle loro fidanzate che peraltro li adorano? Cambi idea o lo sfideranno a duello a dimostrazione che, altrimenti, non potrebbero più essergli amici, come invece sono. Se non si giunge a un accordo su quel punto delicato «rompiam l’amistà» esclamano subito all’inizio dell’opera. Nel concitato dialogo il filosofo trasforma la sfida («son uomo di pace e i duelli non fo se non a mensa») in una scommessa: vi dimostrerò che ho ragione sulla vostra pelle a patto che facciate quello che prescrivo. Dovranno fingere di partire improvvisamente per la guerra, poi, travestiti da ufficiali albanesi si presenteranno alle due dame disperate per l’allontanamento. Le corteggeranno proclamando di amarle e l’uno conquisterà la fidanzata dell’altro, anche con l’aiuto di Despina, domestica delle ragazze. 

SUICIDIO
Questa arriverà a travestirsi prima da medico che salva gli albanesi presunti da un presunto tentato suicidio, poi da notaio quando le due fanciulle, ovviamente cadute nella rete, accetteranno di sposare i nuovi pretendenti. Ma, al momento delle nozze, i ragazzi si sveleranno e si riconcilieranno subito con le fidanzate pronte a ricambiare idea. L’opera è uno scherzo colossale che congloba i più sublimi e sinceri sentimenti persino con grottesche e insultanti volgarità di doppi sensi tipici della lingua italiana che facevano scompisciare Mozart dalle risate. 
Ne scaturisce un vero e proprio sondaggio della quintessenza del cuore umano e Così fan tutte diventa il poema dell’Amicizia dietro le apparenze della schermaglia amorosa, finta o vera non importa. Amicizia elemento costitutivo indispensabile del desiderio d’amore perché è la solidità dell’amicizia che ci permette di vivere, scherzando e facendo sul serio, nella cognizione della certezza che protegge, salva e conforta.
Così fan tutte è simbolo dell Amicizia, sostanza prima della vita stessa vissuta al suo più alto livello nelle dure prove del dubbio e dell’inganno, inevitabili nel turbine dell’esistenza. Il filosofo ha forse ragione ma la vera ragione è quella del cuore che genera l’arte. Ciò detto e compiute La Clemenza di Tito e Il Flauto magico, Mozart terminò il suo cammino.
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