Il ministro austriaco Sobotka: «Il Brennero? Come un casello, l’Italia deve fare il suo dovere»

Il ministro austriaco Sobotka: «Il Brennero? Come un casello, l’Italia deve fare il suo dovere»
di Flaminia Bussotti
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Domenica 1 Maggio 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 09:41
BERLINO Wolfgang Sobotka, 60anni, del partito popolare Övp, ministro dell’Interno da poco succeduto a Johanna Mikl-Leitner, che era considerata un falco soprattutto sui profughi. Appena arrivato, Sobotka si è recato in visita a Roma e a Berlino.

Vienna assicura di non avere chiuso il Brennero ma di avere preso solo misure preventive nel caso di un afflusso massiccio di profughi. Tutti però, in Italia come a Bruxelles, sono preoccupati e parlano di un nuovo “muro”.
«Con il ministro Alfano abbiamo avuto un colloquio molto costruttivo. Sono fiducioso che Italia e Austria arriveranno assieme agli altri partner europei a una soluzione comune. Non ci sarà un muro al Brennero e il confine pure non verrà chiuso».

Al momento sia italiani che austriaci e tedeschi dicono che non c’è un’invasione al Brennero. Quale sarebbe il tetto massimo oltre il quale l’Austria farebbe scattare le misure di sicurezza e i controlli?
«Dato che nei primi tre mesi i numeri sui profughi sono aumentati del 38%, seguiamo con preoccupazione l’andamento al confine, per questo dobbiamo fare controlli alla frontiera. Sul traffico hanno lo stesso effetto di uno dei tanti caselli di pedaggio che avete in Italia. La misura è per noi necessaria per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Tutto ciò sarebbe superfluo se si arrivasse a una soluzione europea e tutti gli stati membri rispettassero i loro obblighi».

La stragrande maggioranza degli italiani è contro la chiusura del Brennero temendo anche danni economici. L’Austria non teme per la propria economia?
«Ripeto: non chiudiamo il confine. Se i nostri controlli avessero effetti negativi sull’economia, allora i tanti caselli autostradali che abbondano in Italia dovrebbero provocarne molti di più».

L’Austria ci accusa di non proteggere i suoi confini. L’Italia ha confini marini e nella crisi dei profughi si è impegnata nel Mediterraneo molto prima che l’Europa si svegliasse. Se seguisse l’esempio di Austria e altri, dovrebbe chiudere i confini e lasciare affogare la gente: è la soluzione?
«L’Austria non accusa l’Italia. Noi diciamo che tutti devono rispettare i propri obblighi, come mi è stato assicurato anche dal ministro Alfano. Respingo decisamente che l’Austria voglia far affogare la gente. È un’affermazione inaccettabile: dal 1945 l’Austria ha aiutato milioni di persone che fuggivano e adempirà sempre ai suoi doveri umanitari. Se l’Italia seguisse l’esempio dell’Austria avrebbe oggi un numero dieci volte superiore di richiedenti asilo, visto che l’Austria è assieme alla Svezia il Paese europeo che ha accolto più profughi. La soluzione è che il trattato di Schengen venga rispettato da tutti gli stati che l’hanno firmato. Il diritto deve rimanere diritto. Certamente l’Austria appoggia in amicizia le posizioni dell’Italia nell’Unione europea».

Lo scorso settembre l’Austria, assieme a Berlino, ha seguito la politica delle porte aperte, poi il dietrofront. Come si spiega il cambio di marcia? È dettato da ragioni di politica interna?
«Io sono solo da poco ministro dell’Interno ma porterò avanti il lavoro della collega che mi ha preceduto. Per l’Austria è importante non solo offrire asilo alla gente ma anche integrarli in modo stabile. Ovvero bisogna avvicinare tutti al nostro sistema di valori, devono imparare la lingua, deve essere assicurata l’assegnazione degli alloggi e devono anche essere integrati sul mercato del lavoro. Con un tasso di disoccupazione in crescita e un aumento della criminalità fra i richiedenti asilo, il limite delle capacità sarà presto raggiunto. È necessaria una solidarietà europea affinchè i migranti vengano distribuiti equamente. Nessuno deve potersi scegliere il paese di asilo e ai profughi economici va detto già in Nord Africa, Afghanistan e Iran che per loro non abbiamo più capacità di accoglienza».

Dopo Alfano si è incontrato con il collega tedesco de Maiziere: avete preso accordi sui profughi? È vero che esiste un accordo tra Austria e Germania sulla chiusura del Brennero? 
«o. Il ministro de Maiziere e io concordiamo che l’Italia va appoggiata nei suoi sforzi con la Libia e gli hotspots nel Mediterraneo ma al contempo chiediamo che l’Italia crei sufficienti alloggi per i profughi e controlli come si deve i suoi confini Schengen».

Cosa ne pensa della proposta del premier Renzi di creare degli hotspots nel Mediterraneo?
«Misure volte a una più stretta registrazione dei migranti ai confini esterni dell’Ue sono in linea di principio positive. La domanda è come verranno trattati e assistiti i profughi lì. Il progetto di Renzi lo consideriamo un progetto buono e sostenibile».

Il primo turno delle presidenziali in Austria si è chiuso con la vittoria del candidato Fpö, lo stesso partito il cui ingresso al governo nel 2000 valse all’Austria le sanzioni Ue. Oggi si teme in Europa che il successo dei populisti porti a una crisi dell stabilità: sono preoccupazioni infondate?
«Già nel 2000 le misure dell’Ue non erano giustificate. L’Austria era e resta un partner stabile e affidabile in Europa».
 
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