Manovra, il nodo giochi pesa sui conti

Manovra, il nodo giochi pesa sui conti
di Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Sabato 1 Ottobre 2016, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 09:31
Nella complessa quadratura dei conti in vista della finanziaria si è aperto anche il capitolo dei giochi. Il settore dovrebbe essere chiamato a contribuire alla legge di Stabilità da 25 miliardi, con un “assegno” tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Ma la manovra si preannuncia tutt’altro che semplice. Primo perché, dopo gli aumenti dello scorso anno, almeno per il 2017 un ritocco del Preu, il prelievo unico erariale sulle slot e le videolotteries, è stato escluso. Il secondo motivo è capire in che modo la riduzione delle macchinette promessa da Matteo Renzi inciderà sul gettito erariale. Il Tesoro, per adesso, starebbe lavorando ad alcune ipotesi tecniche per racimolare il contributo chiesto al settore. Un piano di massima sarebbe anche già stato messo a punto. L’intenzione sarebbe di rimandare al prossimo anno la gara e i relativi incassi per le nuove sale scommesse. Si tratta in tutto di 410 milioni di euro circa, anche se è ancora da capire se la Ragioneria metterà il bollino ad una misura che di fatto sposta da un anno all’altro introiti che già dovrebbero essere scontati nei tendenziali. Lo stesso discorso vale per un’altra voce che il Tesoro vorrebbe “spesare” sul 2017, ossia l’incasso degli ultimi 170 milioni di euro non ancora incamerati relativi alla cosiddetta «tassa sulle slot», la misura una tantum decisa due anni fa e che non tutti i concessionari hanno versato. L’ultima voce, che potrebbe valere tra i 150 e i 200 milioni di euro, riguarda l’avvio già nel 2017 della gara per il Superenalotto, considerando che la concessione di Sisal andrebbe a scadenza nel 2018. 

LE INCOGNITE
Fin qui le entrate. Ma l’incognita più grande riguarda il gettito delle slot machine legato alla promessa di Renzi di eliminare tutte quelle presenti nei bar e nelle tabaccherie. Anche su questo fronte il Tesoro avrebbe elaborato un piano per evitare che, almeno nel 2017, gli incassi diminuiscano. Con la legge di Stabilità potrebbe essere accelerato il taglio del 30% del parco macchine (pari a 120 mila slot awp) previsto dalla manovra dello scorso anno. Le macchinette dovrebbero andare in soffitta entro la fine del 2017, invece che entro il 2020, e si comincerebbe proprio da quelle presenti nei Bar e nei Tabacchi. In che modo si procederebbe? L’idea sarebbe quella di dare una sorta di «certificazione di qualità» ai punti di vendita che rimarranno e che saranno di due tipi: le gaming hall, ossia i cosiddetti negozi specialistici, e i generalisti (come i Bar e i Tabacchi). Tutti quelli che dimostreranno di possedere alcuni requisiti come personale formato e addetto ai controlli degli accessi, divieto assoluto di ingresso per i minori, ambienti non oppressivi, avrebbero diritto a ospitare slot machine senza tenere conto delle distanze e degli orari fissati da Comuni e Regioni, sia che si tratti di gaming hall sia che si tratti di Bar o Tabacchi. Tutti gli altri dovranno rispettare invece i vincoli e, quindi, di fatto elimiare le macchinette. Una parte di quelle dismesse dai negozi generalisti dovrebbe essere ospitata nelle gaming hall. Questa misura dovrebbe essere in grado di assorbire il primo taglio di 120 mila slot per il 2017. Poi si aprirebbe una «fase 2», nella quale si dovrebbe declinare meglio l’idea di Renzi, con due possibilità: ridurre di altre 50-80 mila macchine il canale generalista, o addirittura azzerarlo. Ma di questo si dovrà parlare nella prossima stabilità, perché sarà necessario trovare una copertura finanziaria che secondo alcune stime potrebbe superare il miliardo di euro.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA