SERVIZI SOCIALI
Nel documento, un intero capitolo è dedicato al dipartimento Servizi sociali del Comune di Roma e alla gestione dei campi nomadi, dove, per la procura, emerge con la massima evidenza la rete dei contatti di cui Buzzi poteva disporre e dove convergono «interventi politici al massimo livello». Il riferimento è a Luca Odevaine, l’ex delegato del Tavolo nazionale per l’immigrazione e considerato l’uomo di collegamento tra la criminalità comune e le stanze del governo, già condannato a 2 anni e 8 mesi, la restituzione di 250mila euro, e sul quale pende un’altra richiesta di condanna. Per la Corte di conti, avrebbe venduto la funzione pubblica «al più alto livello» e avrebbe «effettuato pressioni per l’apertura di centri di accoglienza in luoghi graditi al gruppo facente capo a Buzzi». Sarebbe responsabile di 3 milioni e mezzo di danno.
I POLITICI
Quelli che rischiano di pagare il prezzo maggiore sono i politici coinvolti: l’ex presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti e il suo capo staff Franco Figurelli, il capogruppo Pdl prima in Campidoglio e poi in Regione Luca Gramazio, l’ex assessore Daniele Ozzimo, già condannato a piazzale Clodio con rito abbreviato a 2 anni e 2 mesi, il consigliere comunale Pierpaolo Pedetti, e Giordano Tredicine, ex vicepresidente dell’assemblea capitolina. Un «coté pubblico al servizio di interessi privati», scrivono i pm. Che avrebbe provocato una vera e propria «paralisi» dell’attività amministrativa di Roma. I pm insistono su questo punto e parlano - tra l’altro - della morte di siepi nelle ville storiche, del degrado di parchi, giardini, piste ciclabili e aree giochi per bambini.
Ci sono poi le municipalizzate. Quella dei rifiuti, l’Ama, è stata «terreno di caccia del sodalizio». Era il regno di Franco Panzironi, ex amministratore delegato a libro paga della cosca, e Giovanni Fiscon, ex direttore generale. Per i pm, i due sarebbero responsabili, rispettivamente, di 10 milioni e 864mila euro e più di 8 milioni di euro di danno. La Eur Spa, società in house del Comune, sarebbe stata invece collegata alla cupola grazie al dirigente Carlo Pucci.
Rischiano di dover risarcire il Campidoglio anche i funzionari capitolini che si sarebbero messi al servizio del sodalizio criminale. Da Claudio Turella, direttore del Servizio Giardini, a Angelo Scozzafava e Emanuela Salvatori, rispettivamente capo e dirigente del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali, fino ad Andrea Tassone, ex presidente del X Municipio, quello di Ostia, sciolto proprio per mafia.
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