Statuto M5S, incubo ricorsi: il voto on line rischia il flop

Statuto M5S, incubo ricorsi: il voto on line rischia il flop
di Stefania Piras
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Lunedì 24 Ottobre 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 09:46


ROMA Meno quarantotto ore alla chiusura delle urne elettroniche per il M5S. Il popolo pentastellato è chiamato a votare online le modifiche al “Non Statuto” e al Regolamento. Le votazioni sono state lanciate un mese fa e tutti gli esponenti del Movimento hanno condotto una campagna serrata (da Beppe Grillo a Di Maio) con video e sms per spingere gli iscritti a votare le nuove regole. Ma il quorum per considerare valida la consultazione prevede che clicchi almeno il 75% dei militanti, ovvero circa 100 mila persone iscritte entro il 1 gennaio 2016 e abilitate al voto con documento certificato per potere poter accedere alla piattaforma telematica Rousseau. Ecco, però è proprio l’obiettivo del quorum a destare più preoccupazione per gli addetti ai lavori, per lo staff M5S che recepisce i voti telematici nel cervellone elettronico della Casaleggio Associati dove si sono accorti da un pezzo che sarà molto difficile portare al voto online, quindi anche un’operazione facile senza spostamenti o disagi particolari, 100 mila persone. L’abbattimento del quorum è già nei fatti però: sono esclusi dalla votazione tutti quelli che si sono iscritti dopo il 31 dicembre 2015 e non è prevista per loro una deroga nello statuto e poi c’è il caso curioso di chi, pur risultando iscritto, non è abilitato al voto ma ha ricevuto sms di sollecitazione a farlo.

I CONTENUTI
Si vota tra due opzioni di Regolamento: uno con espulsioni, l’altro con sospensioni a tempo indeterminato. Da qui si intuisce che è prioritario per i vertici M5S che siano gli iscritti a confermare la necessità di espellere manifestata tante volte in passato con attivisti ma anche con i parlamentari. È una battaglia interna importantissima e inedita per i Cinque Stelle perché stavolta gli attivisti sono chiamati a riconoscere Beppe Grillo come capo politico indiscusso, e non più come padre nobile, beniamino che in passato ha espresso la volontà di distaccarsi dal M5S. Nel nuovo Statuto Grillo viene ufficializzato come leader, proprietario del simbolo M5S, e si introducono altri due organi di disciplina che nell’intento dei legali dovrebbero «riparare» il comico dalla pioggia di ricorsi legali. Se le modifiche andranno in porto verranno schierati un comitato d’appello e un collegio di probiviri che fungerà da primo grado di giudizio per chi viola le regole. Inoltre si normalizza ciò che è stato realtà finora senza alcun assenso della base: la procedura di identificazione e accettazione degli iscritti al M5S, ovvero l’iscrizione al blog, sarà gestita dalla Casaleggio Associati, capitanata da Davide Casaleggio, il figlio del cofondatore del M5S Gianroberto.

LE POSIZIONI
«Il Movimento si sta evolvendo» ripetono in coro i deputati M5S più in vista che giustificano così l’importanza di questo voto interno che sarà certificato da una società terza e che configura una struttura in cui Casaleggio jr, autorizzato da Grillo avrà in mano di fatto le chiavi dei server che gestiscono migliaia di big data. E c’è già chi osserva: «Ma io all’epoca mi sono iscritto al blog di Beppe Grillo, perché ora vengo dirottato su Rousseau?». Agli iscritti viene poi chiesto se intendano adottare un Regolamento con o senza le espulsioni. Tra i comportamenti a rischio espulsione c’è il rilascio di dichiarazioni pubbliche se si è sottoposti a procedimento disciplinare. Ma riguardo questa votazione, l’avvocato romano Lorenzo Borrè che ha già seguito, e vinto, i ricorsi degli attivisti espulsi ha già una lista di punti critici. Il legale sostiene che sia necessaria un’assemblea vera e propria con la convocazione fisica degli iscritti per poter accertare il quorum e la validità delle modifiche deliberative. Un congresso? Sì, o qualcosa che ci si avvicina molto perché Borré fa notare che nei testi proposti non si intravede il diritto al dissenso. E poi «hanno elaborato due distinte versioni del regolamento – dice Borré - ma in votazione ce ne sono di fatto tre in quanto il link della bozza del non statuto soggetta ad approvazione rimanda a un terzo regolamento ancora, il vecchio, già bocciato dal Tribunale di Napoli e questo non solo rende ancora più confusa la votazione ma la invalida per l’impossibilità di individuare il testo del regolamento che è il cuore della modifica».
L’avvocato degli espulsi è stato già contattato da 50 attivisti pronti a impugnare il risultato delle votazioni, senza contare i circa 700 militanti che chiedono a Grillo di convocare un’assemblea nazionale del M5S.
 

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