M5S, la faida di Genova: Grillo perde pezzi in casa

M5S, la faida di Genova: Grillo perde pezzi in casa
di Stefania Piras
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Domenica 23 Ottobre 2016, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 08:23
«Non mi ricandiderò a Genova». Nella città di Beppe Grillo, capo politico del M5S, il capogruppo in consiglio comunale Paolo Putti dice che no, non si ricandiderà perché «la politica dei selfie» non fa per lui. Quando arriva l’annuncio, durante un’assemblea, scoppia un lungo applauso che premia la buona fede di Putti e sancisce però la frattura nel Movimento genovese. Putti rompe, ma non esce (per ora) dal Movimento come ha fatto il suo amico Federico Pizzarotti con cui ha condiviso il battesimo elettorale nel 2012 sebbene all’opposizione e a cui lo lega una vicinanza morale e la critica per un partito, i Cinque Stelle, che «rincorre troppo la visibilità e l’annuncio a discapito dell’informazione, dell’acquisizione di dati e della proposta di azioni concrete».

LO SCONTRO
La scelta di Putti è frutto di uno scontro tutto interno che vede dall’altra parte della barricata la consigliera regionale Alice Salvatore, fischiata e pesantemente contestata cinque giorni fa dai lavoratori delle riparazioni navali per la richiesta del M5S regionale di trasferire a 5 chilometri dal centro abitato i cantieri che sarebbero causa di inquinamento ambientale. «Andrebbero ascoltate tutte le parti – ha detto Putti stretto nella sua sciarpa rossa - i comitati del centro storico, i lavoratori, i sindacati, l’autorità portuale e le imprese». Ci vorrebbe una mediazione politica, insiste il capogruppo, ovvero «un percorso che non contempla selfie o tweet di effetto immediato ma consente di affrontare il problema». Stoccata diretta alla collega Alice Salvatore, fedelissima di Beppe Grillo tanto che i maligni in Liguria hanno coniato l’espressione “Movimento di Alice”.

L’assemblea genovese aveva chiesto di poter vidimare i profili dei candidati per le prossime amministrative ma alla fine dal blog di Grillo hanno deciso di azzerare tutto e recepire le candidature esclusivamente per via telematica entro e non oltre giovedì 27 ottobre. Pochissimo tempo, dunque. Ci sono anche nuove regole molto stringenti: «Sono tassativamente vietati tutti i contatti con la stampa dei proponenti pena l’esclusione dalla lista» che dovrà comunque ricevere la certificazione dello staff M5S di Milano. Uno a zero per la fedelissima Salvatore, dunque, che porta a casa le comunarie online dopo quella che lei definisce solo «una vivace discussione tra possibili candidabili con tutti i loro pregi e difetti».

Mentre a Genova succedeva questo Grillo è stato chiamato d’urgenza a Roma per sedare le faide ai piani alti. E infatti c’è stato un blitz segreto del comico questa settimana nella Capitale. Il tour politico in realtà inizia più a sud, a Napoli, dove Grillo ha partecipato ai funerali dell’imprenditore Gaetano Altieri. Con lui c’era il deputato pentastellato Roberto Fico, leader del gruppo dei parlamentari duri e puri del Movimento che dopo le proteste sta ottenendo più visibilità.

I MALUMORI
Un’immagine, quella di Grillo e Fico, che placa temporaneamente i malumori di chi aveva notato l’assenza di Fico ai funerali di Dario Fo dove Grillo era arrivato in compagnia di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Il comico a Roma non ha incontrato la sindaca Virginia Raggi, ma si è limitato a riunioni con una strettissima cerchia di fedelissimi per mettere a punto la tregua interna al Movimento che dovrebbe durare almeno fino al giorno del referendum e poi ha girato un video all’hotel Forum, dove è ormai un habitué quando viene a Roma, promettendo che martedì prossimo verrà in Parlamento e assisterà alla votazione sul ddl per il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari presentato dal M5S: «Sarò sul loggione insieme ai cittadini e se potessi scendere, se mi daranno il permesso, vorrei venire giù nell’Aula e abbracciarvi tutti uno per uno perché so che avete questa voglia di essere utili per il Paese».



 
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