CHI AUMENTA E CHI CALA
I maggiori incrementi interessano il liceo classico, che guadagna uno 0,4% di iscritti, e l’indirizzo delle scienze umane con un +0,3%. Tra i tecnici, che scendono di pochissimo, cresce invece il settore tecnologico soprattutto per l’indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”. Il calo maggiore invece riguarda le iscrizioni ai percorsi a indirizzo professionale che perdono l’1,3% e il calo risulta maggiore soprattutto per il “Settore Servizi” tra cui, in controtendenza con il boom degli ultimi anni, perde l’indirizzo dei “Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera” che scende dello 0,7%. La scelta del liceo, ancora una volta, proviene soprattutto dalle ragazze con il 60,6%, soprattutto nell’indirizzo di scienze umane dove si raggiunge quota 89%. I ragazzi invece hanno preferito nel 70% dei casi l’iscrizione all’istituto tecnico con una prevalenza per il settore “Tecnologico” che vede l’83,8% di iscritti di sesso maschile.
Anche nel liceo scientifico ad indirizzo sportivo i ragazzi sono la stragrande maggioranza, con un 70% di iscritti, e nelle scienze applicate con il 68,6%, le ragazze affollano invece l’indirizzo linguistico con il 79,4% e quello coreutico con l’89,6%. Il maggior numero di iscritti nei licei si raggiunge nelle regioni del Centro con il 59,7% mentre il minor numero si rileva nelle regioni del Nord Est con il 46,6%. Nel Nord Est infatti la preferenza va ai percorsi ad indirizzo tecnico con il 37%. La regione con più iscritti al liceo è il Lazio, con il 66%, mentre il Veneto si conferma come la regione dove il liceo risulta meno attrattivo e dove l’istituto tecnico la fa da padrone.
COSA CAMBIERÀ
Resta quindi fanalino di coda l’indirizzo professionale. Per riuscire a renderlo maggiormente attrattivo è in arrivo un’altra riforma. Un’altra, perché l’ultima risale al 2011 quando, con la ex ministra Gelmini, furono aboliti i 5 settori e i 27 indirizzi, per creare due macrosettori con 6 branche. Con la nuova riforma, al via dal prossimo anno, gli indirizzi passano da 6 a 11. I nuovi temi vanno dall’agricoltura alla valorizzazione dei prodotti del territorio, dalla pesca commerciale all’artigianato per il Made in Italy fino alle professioni sanitarie.
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