Kentridge, un salotto al posto dei gazebo

Kentridge, un salotto al posto dei gazebo
di Laura Larcan
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Mercoledì 1 Giugno 2016, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 14:42
Sull’affair Kentridge fioccano oggi i divieti e prescrizioni. Nessuna parata ininterrotta di gazebo bianchi che oscurano il murale di William Kentridge. Può restare la lunga pedana già montata, dove disporre sedie e tavolini per accogliere e intrattenere il pubblico. E ben venga un piano di valorizzazione dell’opera attraverso una illuminazione artistica. Insomma, nessun barbecue di salsicce e arrosticini davanti al ciclopico Giulio Cesare o al corpo di Pasolini, ma sì all’apertura di un imponente salotto dove godersi la grande arte al chiaro di luna.

Questa la linea dura dettata dal tavolo tecnico convocato, ieri mattina, al Collegio Romano (che ha visto fianco a fianco il commissario prefettizio Francesco paolo Tronca e il segretario generale dei Beni culturali Antonia Pasqua Recchia) per risolvere la querelle delle bancarelle della manifestazione “Teverestate” in programma sulla banchina destra del fiume che copriranno, una volta completato tutto il montaggio per centinaia di metri, il ciclopico intervento di street art “Trionfi e Lamenti” di William Kentridge. Qualcuno, alla fine dell’incontro, azzardava, ieri mattina, la definizione di «fumata bianca».
 
IL CONO VISIVO
In sostanza, agli operatori commerciali della kermesse estiva, finita negli ultimi giorni sotto i riflettori, i tecnici del Ministero per i Beni culturali e per il turismo chiedono di riformulare un nuovo progetto di allestimento di strutture e ingombri in modo da tenere libero il cono visivo del fregio dell’artista sudafricano dedicato alla storia della Città eterna.

I DIVIETI
La parola fine alla disputa è attesa per oggi quando sarà notificato il cosiddetto “parere integrato” delle Soprintendenze statali. Un testo redatto sulla base del verbale del tavolo tecnico, scritto fino a tarda serata, in cui vengono indicate le prescrizioni per autorizzare il nuovo progetto di allestimento della manifestazione. Un testo delicato, «dove ogni parola è stata pesata e ponderata al millimetro», commenta qualcuno. La stesura da parte degli uffici tecnici del Collegio Romano e del Campidoglio è andata avanti per tutto il giorno. «Lo stanno scrivendo con molta attenzione». Passaggio delicato, questo. Sulla querelle Kentridge-bancarelle non può non aleggiare lo spettro del ricorso al Tar anche perché la cooperativa La Tredicesima (che organizza la manifestazione estiva della durata di oltre quattro mesi) detiene una regolare concessione pluriennale degli spazi demaniali delle banchine del Tevere da parte della Regione Lazio. Il verdetto, dunque, è atteso per oggi.

Ma l’obiettivo della politica resta quello di tutelare la street art del maestro sudafricano. Il diktat è «studiare una rimodulazione dei banchi». Intanto, ieri, gli organizzatori di TeverEstate sono tornati a ribadire che «la presenza della manifestazione e i servizi offerti contribuiranno a creare nuove opportunità di intrattenimento e di socializzazione per le oltre seicentomila presenze che partecipano ad ogni edizione, contribuendo a far conoscere e amare ancora di più l’opera di Kentridge». Si vedrà.
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