Italicum, offerta di Renzi: rinuncio al doppio turno

Italicum, offerta di Renzi: rinuncio al doppio turno
di Nino Bertoloni Meli
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Venerdì 28 Ottobre 2016, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 19:16
Cucù il doppio turno non c’è più. Cade a fagiolo una delle ultime battute tv di Matteo Renzi («Cucù Equitalia non c’è più») per illustrare la vera e propria svolta in materia di legge elettorale che si va profilando. Il Pd fa sul serio. L’Italicum cambia. La longa manus renziana in materia, Lorenzo Guerini, ha lavorato sodo in questi giorni e in queste ore, incontri, colloqui riservati, faccia a faccia, l’ultimo ieri al tavolo del Pd con capigruppo, presidente e Cuperlo per la minoranza. Tanto lavorio ha partorito il nuovo Italicum. Eccolo: sparisce il doppio turno; resta il premio al primo partito (o a una lista di coalizione, non coalizione di liste) fisso al 15 per cento, per cui se prendi il 36 per cento hai la maggioranza, altrimenti te la devi poi cercare in Parlamento; vengono meno probabilmente i cento capilista bloccati e le dieci candidature in più collegi, ma questo va ancora ben definito; resta la soglia al 3 per cento per poter avere seggi. 

Il risultato sarà che la sera delle elezioni non è più sicurissimo che si saprà chi ha vinto e ha la maggioranza, solo il doppio turno lo rende certo. Ma tant’è, il premio di governabilità a questo punto, non più di maggioranza, fa ben sperare che una buona maggioranza alla fine si porti a casa. Il premio fisso al 15 per cento dovrebbe superare anche le eventuali obiezioni della Consulta che sulla legge elettorale deve pronunciarsi, e manda in soffitta la proposta della minoranza dem (il cosiddetto Bersanellum) che era diventata una sorta di Babbo Natale con premi per tutti: 90 seggi al primo, 30 al secondo, 23 a quanti superano il 2 per cento, un premio, un premietto e un premiuccio.

E’ un Italicum fortemente rivisto, di fatto snaturato, un Premiellum, ma serve a ricompattare il Pd (Cuperlo è molto attivo e condivide, i bersaniani faranno fatica a insistere nel No dopo che è stato tolto il doppio turno e il premio «abnorme»), a conquistare alla causa del Sì al referendum altri settori sia pure minoritari, e a tacitare le perplessità e contrarietà di una serie di ambienti, politici e non, che temono un doppio turno che finisca per favorire l’adunata dei refrattari contro il primo arrivato o il voto a dispetto sempre contro il primo arrivato, come è già avvenuto ai ballottaggi alle amministrative. 

L’intesa piace anche ad Angelino Alfano, che aveva chiesto a suo tempo di muoversi in questa direzione. Si abbandona Parigi, patria del doppio turno, e si approda dalle parti del Partenone, visto che il nuovo sistema è assai simile a quello che ha portato al governo Tsipras. Un Italikos. Renzi all’ultima direzione aveva posto tre punti di revisione: scelta delle candidature; assegnazione del premio; ballottaggio. E Guerini su questo solco si è mosso. Ha parlato con i capigruppo, con Beppe Lauricella esperto pd in materia, con Pino Pisicchio capogruppo del Misto e vecchia volpe proporzionalista. Ha visto a cena Maurizio Lupi, complice la comune passione per il Milan in tv. E soprattutto Cuperlo, il quale poi, intenzionato a fare sul serio, ha voluto incontrare Giachetti, e su un divano del Transatlantico i due si sono scambiati i pareri sulle modifiche alla legge, con Cuperlo che a un certo punto fa: «Non è che io dico sì e poi tu fai un altro sciopero della fame e ti metti di traverso?». La modifica principale è l’abolizione del ballottaggio, una vera e propria «rottamazione» come aveva chiesto Bersani, anche se i pasdaran dell’Italicum 1, i cosiddetti “fautori dell’all-in”, il punta tutto al tavolo del poker, non disperano che se si vince il referendum, alla fine la legge resti questa. 

PARTECIPAZIONE UNITARIA
Con queste premesse, la manifestazione di domani per il Sì promossa dal Pd a piazza del Popolo dovrebbe vedere una partecipazione unitaria. Cuperlo ha già detto che ci sarà, e questo ancor prima che si arrivasse alla quasi intesa sull’Italicum (mercoledì ci sarà l’ultima riunione del tavolo dem che metterà nero su bianco la proposta), i bersaniani probabilmente ancora no, forse qualcuno in ordine sparso. 350 pullman, 6 treni speciali, 2 aerei dovrebbero assicurare il pienone in piazza. Parla solo Renzi, a metà pomeriggio. Quel che si vuole evitare è il replay del Circo Massimo, quando Veltroni leader portò un milione in piazza, ma dietro le quinte tra i big si vedevano solo musi lunghi. 

 
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