Iran-Italia, patto da 5 miliardi per rilanciare gli investimenti

Iran-Italia, patto da 5 miliardi per rilanciare gli investimenti
di Rosario Dimito
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Mercoledì 10 Gennaio 2018, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 22:57
Le proteste di piazza non fermano gli accordi tra Stati e tra Italia e Iran è pronto un patto per rilanciare gli investimenti nel paese asiatico. La firma avverrà domani pomeriggio al Tesoro presso la sala Ciampi. Parteciperanno il ministro Pier Carlo Padoan e il viceministro dell’Economia iraniana, Mohammed Khazaei, che è anche presidente di Oietai, cioè l’Invitalia del paese asiatico, accompagnato da Hassan Abthari, ceo di Ific, la società per gli investimenti esteri iraniani. Padoan e Khazaei sigleranno un accordo quadro (Master Credit agreement) che a sua volta ne disciplinerà altri tre di finanziamenti. 

L’operazione avrà un valore complessivo di 5 miliardi e coinvolge Invitalia Global Investment, la newco costituita proprio ieri dall’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e capitalizzata con 120 milioni stanziati dalla legge di Stabilità, e due istituti iraniani: Bank of Industry and Mine e Middle East bank. 
Invitalia nei giorni scorsi, secondo quanto risulta al Messaggero, avrebbe coinvolto anche tre grandi banche italiane: Mps, Ubi e Banco Bpm che stanno studiando il dossier ma non avrebbero ancora preso una decisione: sono in attesa di conoscere le condizioni di un finanziamento di 1-2 miliardi garantito dallo Stato. Ma anche di avere un quadro più completo della situazione in Iran al centro di subbugli sociali mentre gli Stati Uniti minacciano una recrudescenza delle sanzioni già prese negli anni scorsi.

LE DIRETTRICI
Il nuovo accordo quadro si riferisce a tre filoni di investimento: l’acquisto di beni e macchine dall’Italia, gare di appalto per le infrastrutture, progetti chiave nell’oil & gas e altri settori. I progetti saranno selezionati e valutati a fini della bancabilità, vale a dire sul possesso delle condizioni per usufruire dei finanziamenti. E tra queste condizioni rientrano quelle che i tre istituti italiani invitati attendono di conoscere: per esempio, chi fornirà la garanzia e se quest’ultima sarà o meno a prima richiesta.
Secondo il Master Credit Agreement, Invitalia Global Investment non è obbligata all’erogazione di prestiti in favore delle due banche iraniane. L’agenzia di attrazione economica presieduta da Carlo Tesauro opera in qualità di istituzione finanziaria a supporto dell’export e dei processi di internazionalizzazione in Paesi ad alto rischio, tra i quali appunto l’Iran. Va ricordato che il paese asiatico ha firmato accordi quadro gemelli con altri paesi: Corea del Sud (Eximbank) per un plafond totale di 8 miliardi di dollari americani, Austria (Oberbank) per 1 miliardo di euro, Danimarca (Danske Bank) per 500 milioni, Cina (Citic Group) per 10 miliardi di dollari.

COERENZA DEI GOVERNI
Questa nuova tornata di investimenti è coerente con l’azione dei governi Renzi e Gentiloni che hanno sostenuto con convinzione l’applicazione del Joint Comprehensive Plan of Action, cioè l’accordo sul programma nucleare iraniano concluso il 14 luglio 2015 tra Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, l’Alto rappresentante dell’Unione europea e Iran, recepito all’unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2231 del 20 luglio 2015. La piena attuazione dell’accordo sotto stretta vigilanza dell’Agenzia internazionale per l’Energia atomica è garanzia sulla natura pacifica del programma nucleare iraniano ponendo le premesse per la ripresa e lo sviluppo delle relazioni di cooperazione economica e commerciale fra Teheran e la comunità internazionale.

Nel corso delle missioni governative avvenute nel 2016 e 2017, le imprese italiane hanno finalizzato accordi per complessivi 27 miliardi in infrastrutture e costruzioni, generazione energia elettrica, chimica, petrolchimico, industria metallurgica. Ci sono dunque aspettative per nuove opportunità. Da luglio 2016 il ministero dell’Economia ha lavorato per facilitare il coinvolgimento del nostro sistema bancario: l’accordo quadro di domani è il traguardo finale.
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