Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù: «Bertone me lo ha promesso, adesso aiuterà l’ospedale»

Mariella Enoc
di Rosario Dimito
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Giovedì 10 Dicembre 2015, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 21:18
ROMA«Il primo impatto del caso Bertone, che non conoscevo, è stato di grande disagio e di preoccupazione per quello che avrebbe creato in termini di immagine. Le reazioni esterne in un primo momento sono state pesanti, mentre l’Ospedale al suo interno mi ha espresso solidarietà e ha continuato il suo lavoro con grande impegno. E di questo sono grata a tutti. In questo momento le strutture del Vaticano stanno svolgendo le loro indagini mentre io ho incontrato personalmente il Cardinale Bertone e ho cercato di capire come sia nata la vicenda. Il Cardinale pur dichiarandosi estraneo, ha manifestato il desiderio di fare qualche cosa per il danno morale che l’Ospedale ha subito». Mariella Enoc è soddisfatta di aver avviato un dialogo finalizzato a sistemare la vicenda della casa ristrutturata all’insaputa dell’ex segretario di Stato. I lavori di rifacimento dei 296 metri dell’attico al terzo piano di via San Carlo sono stati finanziati dal governatorato. 
L’ex presidente del Bambino Gesù Giuseppe Profiti ha confermato di aver speso altri 200 mila euro per rendere di lusso l’immobile e impiegarlo per eventi finalizzati al fundraising. Ora, come rivela in questa intervista l’attuale presidente della struttura sanitaria del Vaticano, il Cardinale ha promesso una donazione.

Presidente, come vive l’Ospedale l’inizio del Giubileo?
«Questo è il Giubileo della misericordia e curare gli infermi è un importante richiamo del Vangelo. Qui si cura una delle fasce più deboli che è quella dei bambini che spesso non esprimono le proprie sofferenze. L’Ospedale continua a studiare e curare, cercando di guarire, ma deve anche ripensare al suo sistema di relazioni: con i bambini e le loro famiglie che devono essere visti come un tesoro prezioso che è stato affidato a tutti coloro che in Ospedale operano: in quest’anno giubilare, deve fare un cammino per diventare non solo un luogo di cura ma una comunità amorevole dove anche nei momenti più dolorosi si sa di non essere soli».

Da 10 mesi le è alla presidenza. Ha promesso cambiamenti. Che cosa ha fatto finora?
«Ho soprattutto cercato di impostare un nuovo modello di governance e sto costruendo una squadra che lavori con me dandoci degli obiettivi condivisi. Sto rivedendo anche il modello diffuso sul territorio portandolo verso consulenze e sostegno, ma meno invasivo nei confronti della sanità delle altre Regioni».

Quali ostacoli sta incontrando? Probabilmente le pressioni non sono mancate...
«Non ho subito pressioni di nessun tipo: d’altra parte non le avrei accettate e ho voluto entrare con delicatezza nella vita dell’Ospedale. Ho cercato di migliorare il clima che era un po’ teso, ho cercato di far capire che lavoriamo tutti insieme per uno scopo molto bello e che tensioni e gelosie, anche comprensibili, nuocciono al rapporto con i nostri pazienti».

Cosa ha fatto, in termini di cure e di nuovi macchinari, di innovativo l’Ospedale nel 2015?
«Il budget degli investimenti era già fatto, sono arrivata a metà febbraio e quindi ho continuato il suo percorso. E’ stata inaugurata nella struttura di Palidoro una astro tac, un macchinario all’avanguardia per i tempi di esecuzione dell’esame e di perfezione dell’immagine. I bambini lo vivono come un gioco sentendosi astronauti».

Ritiene che l’affluenza di pellegrini e di famiglie incida sull’organizzazione dell’Ospedale che dovrà essere potenziata?
«Noi siamo un ospedale pediatrico ma molto vicino al Vaticano, non ci è stato chiesto nulla ma ci stiamo preparando, ad esempio, con scorte importanti di sangue e con più personale medico presente. E’ anche a nostra disposizione l’eliporto del Vaticano di cui Papa Francesco ci ha concesso l’uso, e anche questo può essere utile». 

Con il Qatar state costruendo un reparto pediatrico a Olbia. In che termini interverrà l’Ospedale e quando verrà realizzato?
«Già da luglio 2014 per volontà del Segretario di Stato si è deciso di non prendere parte alla compagine della Qatar Foundation. Come consigliere prima e presidente poi ho portato avanti con determinazione la volontà del Segretario di Stato di contribuire all’avvio del reparto pediatrico ed alla cura dei bambini apportando come contributo l’eccellenza che da sempre ha contraddistinto l’attività di questo ospedale». 

Ci sono altri progetti innovativi in Italia o all’estero?
«Quanto ai progetti innovativi in Italia il passo importante è stato quello di rilanciare la Fondazione Bambin Gesù con l’aggiornamento dello Statuto, la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, la creazione di una nuova squadra per l’avvio di progetti che consentano di finanziare l’Ospedale e di lavorare nella direzione della cura e della ricerca nel campo delle malattie genetiche gravi. Quanto all’estero, la scelta e la missione è quella di non aprire ospedali ma prestare cure, assistenza e soprattutto formazione attraverso l’invio all’estero di medici specialistici nonché accogliendo risorse da formare presso la sede dell’Ospedale». 

Che cosa ha in animo di fare nel 2016? 
«L’Ospedale funziona già molto bene e deve, nel rispetto dell’eccellenza che contraddistingue la sua opera, continuare a crescere rendendolo attento e sempre più presente nella cura dei bambini nonché operare secondo il solco tracciato dal Santo Padre».
 
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