Giallo d’Urso, la famiglia venne a sapere della figlia subito dopo la sua morte

Mario D'Urso
di Valeria Arnaldi
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Venerdì 18 Novembre 2016, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 12:58
«I parenti hanno saputo dell’esistenza di una presunta figlia subito dopo la morte di Mario. Io, che lo conoscevo bene, non avevo avuto alcun sentore della storia quando era in vita. Dopo mi sono arrivate varie voci, da familiari e amici. C’era pure chi diceva che lui ne avesse parlato, confidandosi incerto e poi limitandosi a fare battute».

Stefano Pulsoni, presidente della casa di cura romana Sanatrix, amico da anni di Mario d’Urso, lo ha avuto in cura nella sua clinica pure negli ultimi giorni di vita. Ha incontrato familiari e amici. Ha ascoltato storie. Anche dallo stesso d’Urso. 

Di Nikki Carlson, cinquantottenne americana che dice di essere figlia naturale dell’avvocato e banchiere morto nel 2015 - con “prova” del dna risultata positiva al 95%, come rivelato ieri dal Messaggero - non sapeva nulla ma, ammette, «Mario era imprevedibile, noi che eravamo suoi amici abbiamo saputo che aveva un compagno solo nell’ultimo periodo, e come ha nascosto quello...». A dimostrare che i parenti avessero saputo del “rischio” di un’altra erede, sarebbero le richieste. «Mi hanno detto di mandare loro tutti i referti presenti in clinica per poterli esaminare e, se possibile, risalire al dna - prosegue - lo avevano già fatto tempo fa, lo hanno richiesto recentemente, ho mandato tutto da una decina di giorni».

I DUBBI SUI LASCITI
Nonostante il tema, decisamente caldo, di un’eventuale quota legittima dell’eredità che, se fosse riconosciuta la paternità di d’Urso, spetterebbe alla donna, i familiari (in primo luogo le nipotine figlie del fratello Luigi e di Inès de la Fressangee) e gli altri eredi (tra cui Fausto Bertinotti e una nipote di Cori Aquino) non sarebbero preoccupati.

«Sono incerti sul da farsi e se la signora dovesse rivelarsi figlia di Mario vorrebbero le fosse riconosciuto il dovuto. A sostenerlo sono i parenti che sono stati totalmente esclusi o inclusi solo in minima parte nel testamento». La situazione ereditaria peraltro sarebbe già complessa. «Alcuni familiari - aggiunge Pulsoni - temono che il testamento sia stato redatto quando Mario era poco lucido, ritenendo non giustificati dei lasciti. Io l’ho visto presente a se stesso fino all’ultimo».

Sulla notizia della presunta figlia, i familiari preferiscono non esprimersi. «Non ancora», dice il nipote Francesco d’Urso, in attesa di conoscere maggiori dettagli sulla situazione e probabilmente sulle rivendicazioni. 

Fonti vicine alla famiglia sostengono però che non sia possibile escluderne l’esistenza. Intanto, si fanno i conti. Sul patrimonio - la maggior parte degli immobili sarebbe stata venduta da d’Urso prima della morte, assicurano persone a lui molto vicine - e pure sui tempi delle eventuali cause o sulla possibilità che la donna tenti di accordarsi con la famiglia. Insomma, se la sorpresa per la notizia della presunta erede c’è stata, pare essere passata presto, a favore di una più lucida strategia per affrontare il problema.

Diverso è per gli amici. «Se Mario avesse avuto una figlia - assicura Marisa Stirpe - lo avrebbe detto e la avrebbe subito introdotta nel gruppo. Ne sarebbe stato felicissimo. Diceva sempre che, non avendo una sua famiglia, considerava tale i suoi amici. Lo ha dimostrato con i lasciti».
 
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