La chiamavano Roma ferita: al via le riprese di “Freaks Out”, il nuovo film di Mainetti

La chiamavano Roma ferita: al via le riprese di “Freaks Out”, il nuovo film di Mainetti
di Laura Larcan
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Aprile 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 08:12
La sfilata militare lungo via dei Fori Imperiali per la visita ufficiale di Hitler a Roma, le camionette tedesche che sfrecciano sul Colle Oppio, e un mondo circense ai margini della società tra il Palatino e il Circo Massimo. È una Roma storica, in guerra, tragica, disperata quella che torna ad essere protagonista del nuovo film di Gabriele Mainetti dal titolo “Freaks Out”. 

Dopo il supereroe al nero di Lo chiamavano Jeeg Robot, consacrato dal successo di critica, pubblico e carrellata di premi, Mainetti torna da oggi dietro la macchina da presa per la sua nuova fatica cinematografica ambientata nella Seconda Guerra Mondiale, nella fase cruciale del 1943, un anno vissuto pericolosamente tra flashback e sogni da un gruppo di freaks, appunto, lavoratori di un circo che si ritrovano senza casa e senza lavoro (il proprietario scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano), in balia di una sopravvivenza come fenomeni da baraccone “a piede libero” in una città di paura e di morte. Squadra che vince non si cambia per Mainetti, che inizia le riprese oggi a Roma con il suo attore feticcio Claudio Santamaria, star di un cast che vede anche Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Franz Rogowski. 
Un’epopea storica tra Una giornata particolare e Roma città aperta, quella scelta da Mainetti insieme a Nicola Guaglianone con cui firma a quattro mani la sceneggiatura per una pellicola prodotta da Lucky Red e Goon Films con Rai Cinema, in coproduzione con Gapfinders (Belgio). E Roma, ancora una volta, è la co-protagonista di questo viaggio nell’ultimo conflitto bellico, come testimoniano le location scelte dal regista. Dalla produzione fanno sapere che le riprese in questi giorni coinvolgono soprattutto il centro storico della Capitale. 

IL COLLE NEGATO
Luoghi particolari che fanno da sfondo a scene non semplici, su cui gli uffici tecnici stanno lavorando ancora in queste ore per sciogliere tutte le prescrizioni e dare le autorizzazioni finali al ciak. Come nel caso del Palatino, il colle dei Cesari, che non è stato concesso nell’incontro tecnico dell’ultima conferenza di servizi perché il set appariva troppo impattante e invasivo per l’area archeologica. La produzione aveva chiesto il permesso di allestire un grande set sulle pendici del Palatino sul lato di via di San Gregorio, all’interno del Parco archeologico del Colosseo. Le note di regia prevedevano di ricreare l’ambientazione di un grande accampamento popolare di suggestioni circense, con animali da cortile, baracche di legno, panni stesi, barili con focolai accesi, banchi da lavoro, cucine da campo, letti, materassi, sedie, insomma uno scenario di vita ai margini della società. Ma le scenografie del set si sarebbero appoggiate troppo alle strutture del Palatino, inoltre il set avrebbe reso complicata la visita del pubblico al parco del colle. Soluzione alternativa? «Ci si sta lavorando», dicono. Al vaglio in queste ore è proprio l’area del Circo Massimo. Comunque i nullaosta sono stati già incassati da Gabriele Mainetti per girare su via dei Fori Imperiali. I rendering dei set già visionati dagli uffici tecnici prevedono una scena corale: sullo sfondo compare il Colosseo, mentre le camionette tedesche avanzano sulla via dell’Impero verso piazza Venezia, a evocare la suggestione della sfilata militare per la visita di Hitler a Roma. Autorizzato anche il set sul Colle Oppio, proprio sulla Domus Aurea: qui si vede sfrecciare una camionetta tedesca, sotto una pioggia battente. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA