Fincantieri, è rottura tra Italia e Francia. Ora scontro nella Ue

Fincantieri, è rottura tra Italia e Francia. Ora scontro nella Ue
di Luca Cifoni e Francesca Pierantozzi
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Giovedì 27 Luglio 2017, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 11:01
ROMA Francia e Italia si scontrano nelle acque di Saint Nazaire. I negoziati per il controllo dei cantieri STX, con l’arrivo al timone di Fincantieri, sono diventati ufficialmente un braccio di ferro tra Roma e Parigi.
Ieri il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha lanciato l’ultimatum: o l’Italia accetta di spartirsi il capitale alla pari con la Francia, fifty-fifty, o niente, lo Stato francese eserciterà il suo diritto di prelazione che scade sabato e nazionalizzerà il sito. «Vogliamo poter mantenere un controllo 50-50 con i nostri amici italiani sul futuro dei cantieri, l’occupazione, lo sviluppo del territorio – ha detto Le Marie, prima davanti a una commissione al Senato, poi in un’intervista radio – Se i nostri amici italiani rifiutano questa onesta proposta lo Stato eserciterà il diritto di prelazione».

ANCORA 48 ORE
L’Italia però non sembra intenzionata ad accettare l’onesta proposta che smonta gli accordi già raggiunti e che garantivano il controllo al gruppo triestino. «L’attuale esecutivo francese ha deciso di cancellare accordi già presi sulla presenza di Fincantieri nella compagine sociale di Stx – ha risposto da Roma Pier Carlo Padoan – Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ascoltare le esigenze del nuovo governo, ma non c’è nessun motivo per cui Fincantieri debba rinunciare alla maggioranza e al controllo della società francese». 
Il governo aveva mostrato ampia disponibilità su tutti i temi e le garanzie inclusi nell’accordo definito prima delle elezioni: la questione della governance è considerata però la linea del Piave che non può essere oltrepassata. Tanto più considerando che finora c’è stata una presenza non di un Paese Ue, ma coreana, al 66 per cento. Dunque l’Italia intende far valere le proprie ragioni. 

A livello informale, potrebbe farlo mandando dei segnali alle varie aziende francesi che operano in Italia. Ma se salterà tutto, e quindi se lo Stato francese procederà sulla via della nazionalizzazione, lo scontro si trasferirà sul terreno della disciplina degli aiuti di Stato, quella stessa che è stata spesso tirata in ballo negli ultimi mesi in vicende che riguardano imprese del nostro Paese, dalle banche a Ilva. Toccherà alla Commissione prendere in considerazione questi aspetti, ma l’esecutivo Gentiloni si riserva comunque di fare tutte le mosse possibili per difendersi.
Ieri il gruppo di Trieste ha accusato il colpo in Borsa chiudendo con un tonfo dell’8,6%. In corso di seduta il titolo era arrivato a lasciare sul campo più del 13%. Oramai restano 48 ore per trovare un accordo o arrivare a una rottura che suonerà come un nuovo colpo alle relazioni tra l’Italia e la Francia di Macron, dopo le tensioni sui migranti e la diplomazia in Libia.

LE GARANZIE
È stato proprio Macron il 30 maggio, a due settimane dall’insediamento all’Eliseo, a riaprire il caso Saint Nazaire. In visita ai cantieri navali, aveva aperto le ostilità dichiarando che «in nessun caso una nuova struttura azionaria potrà rendere possibili scelte che possano privilegiare un sito contro un altro e colpire l’occupazione a Saint-Nazaire». Insomma, il passaggio di Stx Francia, fino ad aprile detenuta dai sudcoreani di Stx Offshore, in amministrazione controllata, all’italiana Fincantieri, poneva un problema. Il gruppo italiano ha accettato di fornire garanzie su occupazione, protezione della proprietà intellettuale, capacità di rispondere a offerte di lavoro. Ha anche accettato un aumento della partecipazione francese, detenuta per il 33% dallo Stato e per oltre il 13% dal colosso militare Naval Group controllato dal tesoro francese. Ma anche questo è stato giudicato insufficiente da Parigi, che adesso vuole la metà del capitale. 


Fincantieri ha invece sempre annunciato di volere il controllo della governance per assicurarsi il timone della politica industriale. «Su Stx siamo stati chiari fin dal principio – ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda - Il precedente governo francese ha chiesto a Fincantieri di interessarsi, e Fincantieri lo ha fatto con un progetto industriale solido che ha alcune condizioni fondamentali. Queste condizioni sono conosciute dal governo francese, dal precedente che ha firmato un accordo e dall’attuale: non abbiamo nessuna intenzione di andare avanti se queste condizioni non ci sono, così salta tutto». 
 
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