Esselunga, la sfida degli eredi sul 100%

Esselunga, la sfida degli eredi sul 100%
di Rosario Dimito
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Venerdì 26 Maggio 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 08:21
Le due principali eredi di Bernardo Caprotti vogliono entrare in possesso del 100% di Esselunga per evitare possibili code giudiziarie con i soci minori e avere mano libera sul destino di una delle maggiori catene italiane di supermercati. La moglie del fondatore, Giuliana Albera, e la figlia Marina, beneficiarie nel testamento del 70% di Supermarkets Italiani, la cassaforte proprietaria di Esselunga, secondo quanto ricostruito dal Messaggero presso fonti bancarie, avrebbero dato incarico a Citi di organizzare un finanziamento dell’ordine di 1,5 miliardi per acquisire il 30% residuo assegnato ai figli del primo matrimonio di Caprotti, Violetta e Giuseppe.

L’operazione potrebbe riportare serenità sul gruppo alimentare e in famiglia, dopo che il testamento ha rinfocolato il malcontento tra i due rami della famiglia: la barca, i quadri e alcuni immobili donati da Caprotti alla moglie prima della scomparsa, potrebbero infatti costituire violazione della quota di legittima. Per questo i figli di prime nozze, tramite i legali degli studi Cleary Gottlieb e BonelliErede, vorrebbero impugnare il testamento per rimettere in discussione tutto. Le due azioniste di maggioranza, invece, lavorano per trovare una soluzione per rendere stabile la governance, pur disponendo della maggioranza valida anche nelle assemblee straordinarie per far passare qualunque decisione. Ciononostante, di recente avrebbero avviato una nuova iniziativa. 

NUOVI LEGALI
Ai legali di Lombardi Segni e Associati e Mariconda, avrebbero aggiunto quelli di Grimaldi Studio Legale mentre Citi, che aveva avuto l’incarico da Caprotti quando era in vita di trovare un possibile partner, è al lavoro per costruire una cordata di banche che concedano un prestito attorno a 1,5 miliardi. Per tale scopo, la banca americana avrebbe già contattato alcuni grandi istituti italiani ed europei.

La manovra servirebbe per dotarsi delle risorse necessarie per liquidare i soci di minoranza nel caso in cui i tentativi di accordo dovessero fallire. Si aprirebbe così un nuovo capitolo in una saga che ha già vissuto più di un colpo di scena. Come i 75 milioni lasciati in eredità a Germana Chiodi, la segretaria storica del patron-fondatore, che ha mantenuto un contratto di consulenza dopo essere andata in pensione da dirigente e avendo già ricevuto donazioni per 10 milioni a cui si aggiungono due quadri valutati da Sotheby’s 200 mila euro l’uno.

C’è chi fa notare che Violetta e Giuseppe, benestanti, potrebbero non essere interessati a una mera monetizzazione dell’eredità del padre volendo concorrere a determinare le sorti del gruppo di grandi distribuzione che, secondo uno studio di R&S Mediobanca, dal 2010 è al secondo posto per crescita delle vendite (+10,7%) dietro Eurospin Italia (48,7%). Pagare il 30% circa 1,5 miliardi significa valorizzare Esselunga circa 5 miliardi, meno dei 6 miliardi che, con Caprotti vivente, Cvc e Blackstone avrebbero valutato il gruppo alimentare.

Se riuscissero ad assicurarsi il 100%, la moglie e la figlia potrebbero riaprire i giochi per la scelta del partner. A cominciare dal gruppo olandese Ahold che di recente è convolato a nozze con la belga Delhaize. Nel testamento, Caprotti indicò Ahold come il partner ideale per un’aggregazione e comunque «mai una coop o una italiana».

 
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