ULTIMA OCCASIONE
Ecco quindi che assume una rilevanza ancora maggiore il tradizionale decreto “milleproroghe” che tutti i governi approvano verso la fine di dicembre, con l’obiettivo primario di gestire una serie di scadenze fissate da leggi precedenti. Normalmente questo provvedimento è l’ultima occasione per fare correzioni o aggiunte al volo alle misure approvate nella sessione di bilancio: stavolta il menu delle possibili voci è già piuttosto ampio, tanto che non si esclude l’adozione di più provvedimenti diversi. Un singolo decreto potrebbe contenere le norme necessarie per la messa in sicurezza del sistema bancario. Vediamo gli altri temi da affrontare.
L’IMPEGNO
Sono circa 42 mila secondo conteggi sindacali i lavoratori precari della Pa il cui contratto scade alla fine dell’anno. Si tratta di un insieme variegato di situazioni, dai 350 dipendenti a termine dell’Istat che rendono possibile l’attività dell’istituto di statistica a migliaia di altre persone impegnate nelle Regioni, ad esempio in Sicilia. Il governo, nell’ambito della trattativa politica per il rinnovo dei contratti pubblici, si era impegnato a stabilizzare queste posizioni anche se probabilmente non si tratterà di un intervento generalizzato.
I rappresentanti della polizia locale chiedono una norma per il riconoscimento dell’equo indennizzo per cause di servizio, che non aveva trovato posto alla Camera. Aspettano anche i Comuni, che nei giorni scorsi si sono già espressi con l’Anci chiedendo l’eliminazione dei tagli a carico delle Città metropolitane e delle Province, l’innalzamento al 75% del turn over del personale in tutti i Comuni e inoltre modifiche delle norme relative al sistema di perequazione per il riparto del Fondo di solidarietà comunale, e lo slittamento al 31 marzo del termine di approvazione dei bilanci. La Regione Puglia sollecita poi i 50 milioni più volte promessi dall’esecutivo a fronte dell’emergenza sanitaria nella città di Taranto. Anche per gli interventi nelle zone terremotate si rendono necessari alcuni correttivi al quadro legislativo esistente.
LE REGIONI
Una questione a parte è quella dei giochi. Qui si tratta di portare a termine il piano per la riduzione delle slot machines che in verità era stato impostato con la manovra dello scorso anno. Un intervento legislativo in verità era atteso, ma si tratta solo dell’anticipo al 2017 (dal 2022) della scadenza per il completamento del piano. Il progetto vero e proprio, che comprende un nuovo regime di vincoli numerici e di distanze per l’attività dei punti-gioco deve passare per l’intesa con le Regioni che ancora non è arrivata.
Da gennaio infine il nuovo esecutivo, qualunque esso sia, dovrebbe sulla carta iniziare ad attuare importanti misure contenute nella legge di Bilancio. Un processo che però potrebbe essere destinato ad incrociarsi con il percorso verso il voto anticipato, nel caso non vedesse la luce il governo di larghe intese.
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