Il Cremlino riavrà i monasteri, la decisione di Putin: sarà demolito un palazzo per ricostruire conventi distrutti da Stalin.

Il Cremlino riavrà i monasteri, la decisione di Putin: sarà demolito un palazzo per ricostruire conventi distrutti da Stalin.
di Giuseppe D'Amato
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 16:02
La decisione era nell'aria da tempo. Il palazzo numero 14, sede degli uffici amministrativi presidenziali, all'interno del Cremlino verrà demolito e al suo posto verranno ricostruiti con ogni probabilità i due monasteri pre-esistenti al comunismo, fatti distruggere da Stalin. La scelta è del presidente Vladimir Putin in persona ed è già stata comunicata all'Unesco. Dal 1990 la cittadella fortificata moscovita - i cui principali architetti furono alla fine del Quattrocento gli italiani Fioravanti, Ruffo e Solari - è stata infatti inclusa nella lista dei siti patrimonio dell'umanità e nulla può essere modificato senza darne notizia all'agenzia dell'Onu.



LA STORIA

È dal 2014 che in tutta l'area del Cremlino sono in corso importanti lavori di ricostruzione. Il maggiore cambiamento riguarda proprio l'edificio numero 14 ormai poco utilizzato dall'Amministrazione presidenziale, che da anni si è trasferita alla Staraja Ploshad, un tempo Quartier generale del Comitato centrale del Partito comunista sovietico (Pcus). Il palazzo ha una sua storia curiosa ma non è un monumento di particolare valore storico e architettonico. È un edificio giallo di quattro piani, costruito nel 1932-34 su progetto dell'architetto Ivan Rerberg. Negli anni Trenta ospitò la prima scuola militare dell'Armata Rossa (Vtsik), quindi la segreteria del Presidio del Soviet supremo dell'Urss. Nel 1958 il "korpus 14" fu in parte modificato per fare posto al teatro del Cremlino (con una sala con 1200 posti), ma nel 1961 si decise di chiuderlo, perché poco adatto per spettacoli di massa. Fu in quel periodo che si installarono gli uffici amministrativi della Presidenza, tra cui il servizio stampa ed il protocollo, e fu creato un secondo ufficio del capo di Stato. Nel 1991 l'allora leader sovietico Michail Gorbaciov lo riservò all'appena eletto presidente russo Boris Eltsin nei mesi della tempestosa coabitazione, che si concluse con il crollo dell'Urss.

Dopo quelle giornate epocali il palazzo numero 14, inavvicinabile per chiunque senza i necessari lasciapassare, ha rappresentato una delle sedi della potentissima Amministrazione presidenziale federale. Dal 2012 era in ristrutturazione, fine lavori entro l’anno. Ed, invece, ecco la decisione del religiosissimo Putin, che spiazza un po' tutti, nonostante si fosse già aperto da tempo il dibattito sulla possibilità e sull'opportunità di ricostruire i due monasteri, di cui esistono solo foto.



GLI ZAR

Si tratta dei monasteri maschile di Ciudov (Miracolo) e femminile di Voznesenskij (Ascensione). Tra i più antichi di Russia essi furono fondati nel 1365 e nel 1386, ma poi varie volte distrutti e ricostruiti. Fino al 1561 l'abate del monastero di Ciudov era considerato il primo tra gli igumeni di tutti i monasteri russi. Insieme al monastero di Simonov ed al Troitse-Sergheeva Lavra, era considerato il più grande centro di cultura letteraria e sapere russo. Gli zar lo includevano sempre nelle loro visite a Mosca dopo il trasferim[/FORZA-RIENTR]ento della capitale a San Pietroburgo agli inizi del Settecento. Qui riposava anche il principe Serghej Aleksandrovich, governatore generale di Mosca e fratello dell'ultimo imperatore, Nicola secondo. Nel monastero di Voznesenskij, fondato da Eudochia, moglie del principe Dmitrij Donskoj, furono sepolte 40 donne delle famiglie dei grandi principi di Mosca, la moglie di Ivan III e alcune consorti di Ivan il Terribile.



In ottobre, nel corso di una conferenza, Andrej Batalov, vicedirettore dei musei del Cremlino, aveva espresso perplessità sulla volontà presidenziale di ricostruire i due monasteri, che "provocherebbero un contrasto con le cattedrali" della piazza attigua. Della stessa opinione sarebbero anche gli esperti dell'Unesco, che propongono di lasciare l'area aperta ai turisti senza nuovi edifici per non modificare l'aspetto architettonico.

Batalov suggerisce di ricostruire le due comunità religiose al di fuori del Cremlino, come si è sempre fatto. Ad esempio, nel XV secolo fu riedificato sulle rive della Moscova il monastero Spasa-na-Boru, oggi noto come Novospasskij. Lo stesso avvenne per l'Alekseevskij per la costruzione della Cattedrale di Cristo il Salvatore, maggior tempio dell'ortodossia nazionale. Nella Russia di oggi, però, è sempre il presidente a decidere.

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