L'assessore Frongia: «Controllino pure le chat, non le cancello. Sul tetto ci sarò andato due volte»

L'assessore Frongia: «Controllino pure le chat, non le cancello. Sul tetto ci sarò andato due volte»
di Simone Canettieri
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Sabato 7 Gennaio 2017, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 09:58
ROMA «Anche io sono salito sul tetto di Palazzo Senatorio, un paio di volte al massimo per qualche riunione, poi in un'altra occasione con una comitiva di giapponesi per un tour del Campidoglio». Daniele Frongia, già vicesindaco e ormai da quasi un mese retrocesso ad assessore allo Sport, era uno dei «quattro amici al bar». Come si chiamava il gruppo WhatsApp condiviso con Raffaele Marra, Virginia Raggi e Salvatore Romeo, per le cronache il «Raggio magico». Frongia, mente politica del Campidoglio a Cinque Stelle, ha perso i galloni di «vice Virginia» dopo l'arresto di Marra, anche se ci ha messo subito la faccia con la Raggi in conferenza stampa. Poi nei giorni della bufera ha fatto mea culpa per non aver ascoltato alcune perplessità di Grillo, ma da giorni e settimane ripete che lui non è mai stato l'uomo di Marra e che, soprattutto, nessuno l'ho mandato via, ma ha fatto un bel gesto per il bene del M5S. E' passato, dicono i detrattori interni da giocare a scacchi con Casaleggio jr al diventare una pedina della trattativa con i vertici del M5S, per non spingere il reset a Roma.

Ecco, Frongia ma perché salivate sul tetto? Romeo dice che lo facevate per evitare la presenza delle cimici quindi per non essere intercettati. E' così?
«Delle cimici non ne so nulla. L'ho appreso dall'intervista di Romeo al Messaggero».

Ma perché salire sul tetto per parlare?
«Lo ripeto: ho partecipato solo a un paio di riunioni».

Teme il contenuto della chat che condivideva con Marra e gli altri due «amici al bar»?
«No, affatto. Il mio cellulare è a disposizione».

Di chi?
«Della Procura e quindi dei magistrati. Non ho cancellato alcuna conversazione. Le conservo tutte sul mio cellulare, sono pronte a farle leggere agli inquirenti quando vogliono: non ho segreti».
Dalle parole di Romeo però emerge un certo timore per gli omissis contenuti nelle carte dell'arresto di Marra.
«Innanzitutto, come hanno spiegato gli avvocati, Marra non ha mai chiesto che vengano resi noti. Dopodiché non mi metto a commentare l'intervista rilasciata da Romeo. Una cosa però deve essere chiara».

Quale?
«Gli omissis non mi sembra che facciano parte dell'inchiesta della procura».

Quindi li teme? Cosa vi dicevate di così compromettente con Marra?
«Ancora? Niente di scandaloso».
E quindi?
«Ho e abbiamo numerosi canali di comunicazione con consiglieri, diversi dirigenti, amici e cittadini». E quindi l'avevamo creata anche una con Marra, che era un dirigente importante dell'amministrazione. Il mio cellulare è qui, sono a disposizione della magistratura se lo ritiene opportuno».

Eppure, lei, Marra e Romeo eravate molto legati. Non solo in chat ma anche in pubblico con i pranzi alla Terrazza Caffarelli.
«Anche qui, vorrei specificare. Si continua a parlare di questi pranzi, solo perché c'è una foto che ci immortala, come se ce ne fossero stati chissà quanti. Invece si trattò di un unico episodio».