Come sintetizzerebbe l’eredità politica di Casaleggio?
«Gianroberto Casaleggio era assolutamente unico e lascia un’eredità che va al di là dei confini nazionali: ha indicato la via che la politica dovrà seguire in futuro, anche qui nel Regno Unito, il metodo che deve usare. Quella che ha impostato lui è proprio la politica del futuro, il nuovo modo di coinvolgere le persone. L’ho incontrato a pranzo a Milano, insieme a suo figlio Davide, e le nostre conversazioni mi hanno segnato. Il suo modo di vedere le cose ha influenzato molto UKIP e tutti noi nei movimenti euroscettici, ci mancherà molto».
Cosa l’ha colpita in particolare, cos’è questa politica del futuro?
«Ho osservato la crescita dei 5Stelle negli ultimi anni e sono rimasto molto impressionato dal loro approccio radicalmente nuovo su temi importanti come i finanziamenti pubblici, i fondi, il tesseramento, il coinvolgimento degli elettori, la scelta dei candidati».
Durante questi incontri che opinione si è fatto del figlio di Casaleggio, Davide?
«Davide ha avuto un ottimo, ottimo maestro. Il fatto che abbia potuto beneficiare di un esempio così fa ben sperare. Poi certo sarà il tempo a dire se sarà all’altezza del padre o no, ma le premesse ci sono».
UKIP e 5 Stelle sono molto diversi. Voi avete un elettorato piuttosto anziano e conservatore, loro sono molto giovani e poco dogmatici. Inoltre su tantissimi temi siete in totale disaccordo, non vi somigliate affatto. In che modo ha tratto ispirazione dalle idee di Casaleggio?
«Nel metodo. UKIP ha una presenza capillare sulla rete, maggiore rispetto a quella del Labour e dei Tories. Siamo riusciti a raggiungere un grande coinvolgimento della base e stiamo lavorando per arrivare ai giovani, per estendere la nostra presenza tra le nuove generazioni e per applicare ancora meglio la ricetta di Gianroberto. Era un genio».
E le divergenze? Ci sono state, è cosa nota.
«Oggi sono totalmente irrilevanti».
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