WHATSAPP E TELEGRAM
In queste conversazioni, tutte registrate sulla popolare applicazione Whatsapp, i due si confrontano proprio a proposito della promozione alla quale aspira Renato e che effettivamente ottiene. Il tono è ovviamente confidenziale e Raffaele spiega al fratello vigile urbano quali sarebbero i benefici, anche in termini di stipendio, qualora dovesse effettivamente ottenere l’incarico a capo dell’ufficio Turismo. I pm si sono presi qualche giorno per valutare anche queste conversazioni. Il punto, infatti, è capire quanto e se Marra abbia usato il suo rapporto di fiducia col sindaco Raggi per sostenere il fratello sebbene il regolamento comunale vieti ai congiunti di promuoversi a vicenda.
Proprio per questo motivo, l’altra chat interessante è quella dei «Quattro amici al bar». Come ieri ha anticipato il Fatto quotidiano, la app Telegram, che ospitava la conversazione, ha registrato almeno quattro messaggi con questo argomento. Al momento di valutare la nomina di Renato Marra, il sindaco Raggi chiede proprio a Raffaele il funzionamento delle “fasce” dirigenziali e, conseguentemente, le retribuzioni. In entrambi i casi, Marra risponde con una foto della pagina del regolamento comunale: prima sulla “fasce”, poi sui compensi. Anche in questo caso, la conversazione può risultare decisiva specie se contrapposta a quanto lo stesso sindaco ha riferito all’Anac nel corso dell’istruttoria su questa nomina.
Alle domande dell’Anticorruzione, infatti, Raggi ha risposto che era stata lei stessa a valutare caso per caso i candidati alla promozione e che il capo delle Risorse umane, quindi Marra, aveva fatto solo da passacarte. Le due chat sembrano invece identificare un ruolo attivo proprio di Marra, anche se solo nei prossimi giorni si capirà se questo sia sufficiente a far ipotizzare un condizionamento nei confronti del sindaco (che, se così fosse, finirebbe indagata). L’Anac, dal canto suo, aveva già considerato «configurabile» il «conflitto di interessi», sia nel caso in cui Raffaele Marra da capo del personale avesse svolto un mero ruolo formale nella procedura, sia nell’eventualità di una sua partecipazione diretta all’attività istruttoria, tanto che poi, in autotutela, il sindaco aveva deciso di annullare la promozione.
Ovvio, dunque, l’affondo del Pd: «Delle due l’una: o la sindaca ha mentito nella memoria all’Anac o Marra ha pesato eccome sulla scelta dedicata a suo fratello - attacca il consigliere dem Marco Palumbo -. Aspettiamo ora dalla Raggi parole chiare sulla vicenda». Beppe Grillo, in un’intervista al francese Le Journal du Dimanche, ribadisce che con la nomina di Raffaele Marra, la sindaca Virginia Raggi «si è sbagliata e l’ha ammesso. A discolpa di Virginia - afferma il leader - bisogna dire che la macchina corruttrice di Roma funziona in maniera, diciamo “democratica”: dal livello più basso al più alto».
Secondo Grillo, Marra era un funzionario come altri, «Virginia Raggi gli ha dato fiducia. Quando si è resa conto dell’errore ha chiesto scusa. Adesso passiamo ad altro». «La Raggi ha mentito all’Anac su Marra e il fratello dello stesso? - si interroga il parlamentare dem Stefano Esposito - Sembrerebbe configurarsi uno scambio Raggi- Marra sullo stipendio del fratello di Marra stesso. Quindi o il sindaco ha mentito nella memoria all’Anac o Marra ha pesato eccome sulla scelta di Raggi dedicata a suo fratello».
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