I FOGLIETTI
Come raccontano le carte dell’ordinanza di sequestro in capo a 62 indagati, a volte, il meccanismo sarebbe andato persino oltre. E’ il caso di Nicola Legrottaglie, per il quale negli uffici della Gea World Spa non sarebbe stato trovato alcun documento, sebbene la sua appartenenza alla scuderia Moggi finisca costantemente sui giornali e sia stato sempre Moggi, come si legge nell’ordinanza, a trattare lo spostamento del calciatore dal Milan al Catania, nel 2013. Formalmente, il caso è affidato ad un procuratore della Juventus. In sostanza, a gestirlo sarebbe Moggi, che tiene anche il suo nome su un foglietto e, dicono le accuse, avrebbe sul suo tavolo pure i contratti intestati al suo consulente, Marco Sommella.
IL SISTEMA Sebbene lo stesso Moggi parli di procedure regolari e tasse pagate, il risultato, scrive il gip, sarebbe «una sistematica pratica»: «In numerose operazioni contrattuali di trasferimento di calciatori da una squadra ad un altra molti dei procuratori che risultavano aver agito formalmente per la società emettendo regolare fattura per la prestazione resa in realtà risultavano essere pubblicamente noti come agenti dei medesimi calciatori oggetto della trattativa». Fatturando alle società e non ai calciatori, i procuratori sportivi permettono alle prime di detrarre dalle tasse le spese sostenute e ai calciatori di trattare contratti al «netto» delle tasse e del pagamento per l’agente.
PARADISI FISCALI In qualche caso, i soldi, e tanti sarebbero addirittura spariti in paradisi fiscali. Per la trattativa del 2012 sul passaggio di Ezequiel Lavezzi dal Napoli al Paris Saint Germain, il pagamento al mediatore Mazzoni di 2milioni e mezzo di euro sarebbe semplicemente sparito in società di comodo in Uruguay. La fattura pagata a Mazzoni, scrive il gip, ha consentito al calciatore Lavezzi di «portare in deduzione dalla dichiarazione dei redditi presentata in Francia un costo altrimenti non spettante per l’ importo dovuto al Mazzoni di 1 686 000 00» e al «Mazzoni di non contabilizzare in alcun modo la propria prestazione professionale occultandola al fisco Argentino».
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