Avramopoulos: «Migranti, non si può lasciare sola l’Italia pronte sanzioni Ue per chi non collabora»

Avramopoulos: «Migranti, non si può lasciare sola l’Italia pronte sanzioni Ue per chi non collabora»
di Teodoro Andreadis Synghellakis e Fabio Veronica Forcella
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Venerdì 26 Maggio 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 19:19
Nel giorno in cui a Taormina si apre il 43° vertice del G7, Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo all’immigrazione, agli affari interni e alla cittadinanza, parla al Messaggero delle grandi sfide del summit, del ruolo dell’Europa sui migranti, ed esprime la sua dura condanna per l’attacco terroristico di Atene contro l’ex premier greco Papadimos.

Commissario, non possiamo non partire dall’attentato di ieri…
«È terribile. Esprimo il mio appoggio in questi momenti difficili a Lukas Papadimos, i suoi collaboratori e le loro famiglie. La violenza e il terrorismo non hanno posto nella nostra società civile e democratica e sono solennemente condannati nella coscienza dei greci. Uniti, costruiremo una parete contro questi atti criminali, atti che minacciano la nostra coesione sociale, la sicurezza e la vita dei cittadini».

Oggi a Taormina si apre il G7. Dopo la strage di Manchester, nell’agenda del vertice torna l’incubo del terrorismo.
«Negli ultimi anni sono nati nuovi rischi e sfide per la sicurezza. Il terrorismo è la preoccupazione numero uno per i nostri cittadini. L’attacco brutale a Manchester è solo l’ultimo di un elenco di attacchi terroristici contro le nostre città e il nostro modo di vivere. Accolgo con favore che la Presidenza italiana abbia deciso di inserire la sicurezza come una delle priorità del vertice. Negli ultimi anni abbiamo imparato che per combattere con successo il terrorismo dobbiamo unire le forze, all’interno dell’Ue e con i nostri partner internazionali. Gli Usa e il Canada sono paesi chiave nella lotta al terrorismo e il G7 è il posto ideale per lavorarci».

Si parlerà di flussi migratori. Mercoledì una nuova strage a largo della Libia, con oltre 30 morti, tra cui 10 bambini. Cosa si aspetta dai leader mondiali?
«L’ultima tragedia nel Mediterraneo è un nuovo monito per ridurre gli arrivi irregolari dalla Libia all’Italia, combattere le reti criminali dei trafficanti e affrontare le cause che dell’immigrazione. I flussi migratori non sono più fenomeni locali, interessano grandi parti del mondo. Oggi gli Stati della Ue ospitano un gran numero di migranti e rifugiati da paesi come il Pakistan, la Siria, la Nigeria e l’Eritrea. Dobbiamo adattarci a questa nuova realtà, ma non possiamo lasciare soli i paesi ad affrontare questo problema». 

Siamo di fronte ad un fenomeno governabile o ad un esodo senza fine?
«L’Ue è molto più preparata di due anni fa. Ora abbiamo una guardia costiera e di frontiera europea con un pool di 1.500 guardie che possono intervenire rapidamente. Collaboriamo strettamente con i principali partner dell’area, per affrontare la migrazione irregolare. La nostra cooperazione con la Turchia ha ridotto il 97% degli arrivi irregolari in Grecia. Tuttavia, è importante che si prosegua con la riforma del sistema d’asilo dell’Ue perché in futuro gli sforzi non ricadano solo su alcuni Stati membri. La Commissione, più di un anno fa, ha presentato la sua proposta per un nuovo regolamento di Dublino. È giunto il momento che gli Stati membri facciano altrettanto».

Macron, incontrando Gentiloni, ha riconosciuto che “il grido di aiuto dell’Italia sui migranti è rimasto inascoltato”.Si arriverà alla procedura di infrazione per chi si ostina a non rispettare le relocation?
«Siamo consapevoli degli enormi sforzi che l’Italia ha fatto da subito. Le numerose operazioni di soccorso nel Mediterraneo ce lo ricordano ogni giorno. Voglio ringraziare e lodare le autorità italiane. L’Italia non può essere lasciata sola e la Commissione continuerà a sostenere le autorità italiane, sia finanziariamente, che con un supporto pratico, ad esempio negli hotspot. Per quanto riguarda le relocation sono stato molto chiaro: è assolutamente possibile trasferire entro settembre tutte le persone che ne hanno diritto dalla Grecia e dall’Italia. La solidarietà dell’Ue non può essere la solidarietà di pochi. Quegli Stati che non hanno ancora trasferito nessuno dovrebbero iniziare immediatamente. Se entro la valutazione di giugno non ci saranno progressi, la Commissione non esiterà ad esercitare i suoi poteri ai sensi dei Trattati e ad aprire procedure di infrazione».

L’Italia, con il Ministro dell’Interno Minniti, prosegue sulla strada degli accordi bilaterali per la realizzazione di centri di accoglienza in Ciad e Niger…
«Accolgo con favore il ruolo di primo piano che l’Italia ha adottato per quanto riguarda la gestione delle migrazioni lungo il Mediterraneo centrale e gli sforzi europei con i paesi partner dell’Africa. Condividiamo gli stessi obiettivi e sono in stretto contatto con il mio collega Marco Minniti, che voglio elogiare per i suoi eccellenti sforzi. Abbiamo aumentato notevolmente la cooperazione con i paesi di origine e transito e lavoriamo a stretto contatto anche con l’Iom (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ndr) e l’Unhcr». 

La magistratura in Italia ha acceso un faro sulle Ong. Il sospetto è che abbiano contatti diretti con i trafficanti. Lei pensa che la vita umana vada salvata ad ogni costo?
«Sì, salvare vite umane è – e rimarrà sempre – la nostra priorità assoluta. Per questo motivo abbiamo già triplicato i nostri sforzi finanziari nel Mediterraneo dal 2015. Sia la guardia costiera e di frontiera europea, sia l’operazione Eunavformed Sophia, continuano a salvare vite ogni giorno. Ma dobbiamo anche combattere in modo più efficace i trafficanti. Per questo stiamo rafforzando le autorità di frontiera dei paesi partner, ad esempio, attraverso attività di formazione per la guardia costiera libica».

Anche il suo paese sta facendo sforzi importanti, malgrado una forte crisi economica. Il 15 giugno si riunisce nuovamente l’eurogruppo. Si potrà raggiungere un accordo per la sostenibilità del debito greco?
«La Commissione ritiene che la chiusura della seconda revisione sia a portata di mano. Noi nella Commissione siamo convinti che la Grecia ha portato a termine il suo compito. Spetta ora ai suoi partner fare la stessa cosa. Invitiamo tutte le parti a mostrare responsabilità e ad onorare l’importante e doloroso lavoro che la Grecia e il suo popolo hanno fatto negli ultimi mesi. Il presidente Juncker continuerà a facilitare i colloqui, per far emergere un accordo complessivo. L’Eurogruppo ha discusso approfonditamente sulla sostenibilità del debito pubblico greco, ma non ha raggiunto un accordo complessivo. Il lavoro continuerà nelle prossime settimane, per raggiungere una conclusione definitiva alla prossima riunione del 15 giugno».
 
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