Anoressia over 40, un male oscuro

Anoressia over 40, un male oscuro
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 22 Febbraio 2017, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 14:01
Anoressia e bulimia non sono mali esclusivamente giovanili. Non colpiscono più, infatti, solo adolescenti ingenui e fragili. Ma anche donne adulte, over 40 e 50. Per alcune si tratta di una sorta di “recidiva”, cioè il ritorno di un male giovanile. Per altre, è la prima volta che si trovano ad affrontare un disturbo alimentare. A fare luce su quello che possiamo definire il “mondo sommerso” dei disturbi alimentari è stato uno studio dell’University College di Londra e dell’Icahn School of Medicine di New York. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Bmc Medicine.

LA LOTTA
Nella ricerca sono state coinvolte 5600 donne: il 15% delle intervistate ha combattuto contro anoressia o bulimia nel corso della vita e il 3,6% lo ha fatto nell’ultimo anno. Quindi, in età adulta. Quelle sui quaranta sono risultate più a rischio bulimia se da piccole hanno vissuto la mancanza di affetto da parte della madre. Al contrario, un buon rapporto madre-figlia è risultato associato a una riduzione del 20% del rischio di patologie legate al cibo.

Lo studio ha inoltre evidenziato che la morte di un genitore nel corso dell’infanzia aumenta di sette volte il rischio di sviluppare disordini alimentari. Secondo i ricercatori, uno dei principali fattori di rischio dei disturbi caratterizzati da abbuffate e purghe è l’aver subìto abusi sessuali durante l’infanzia. Mentre tutti gli altri tipi di disturbi alimentari sono stati associati ad altri eventi drammatici o tragici, come un divorzio o un grave lutto.

LO STRESS
«Queste patologie possono essere scatenate da una serie di eventi traumatici come può essere una separazione stressante», conferma Nadia Micali, coordinatrice della ricerca. E’ probabile che questi favoriscano l’emergere di un problema al quale si è già suscettibili geneticamente. Ci sono studi che suggeriscono una certa familiarità nel rischio di soffrire di un disturbo alimentare. Alcune ricerche hanno evidenziato che il cervello di coloro che soffrono di anoressia o bulimia funziona in modo diverso, anche se non è chiaro se questo è una causa o un effetto della malattia.

In particolare, un recente lavoro della University of Colorado School of Medicine, pubblicato sulla rivista “Translational Psychiatry”, ha scoperto che le persone con anoressia o bulimia riescono a superare la voglia di mangiare a causa di una serie di alterazioni nell’ipotalamo. Il problema dell’anoressia e della bulimia in età adulta sta soprattutto nella difficoltà ad ammettere di avere un disturbo. «Molte delle persone coinvolte nello studio ci hanno detto che quella era la prima volta che parlavano dei loro problemi alimentari», riferisce Micali. «Dobbiamo quindi capire perché molte donne non cercano aiuto», aggiunge. Solo il 27,4% aveva richiesto aiuto o ricevuto terapia in qualche momento della vita.

«Spesso soffrono in silenzio – sottolinea Micali - perché non sanno che altre sono nella stessa condizione». Ma quello dei disturbi alimentari in età adulta non è un problema che colpisce solo le donne adulte, ma anche gli uomini. Sia lui che lei tendono a sottovalutare il problema credendo che, oltre i trenta, la malattia non si presenti.
Secondo l’Aba, l’Associazione per la ricerca sull’anoressia e la bulimia (www.bulimianoressia.it) che da 20 anni si occupa di disordini alimentari «la maggior parte sono donne, il 5% delle giovani tra i 13 e i 15 anni soffre di anoressia e bulimia, ma l’incidenza sta salendo anche tra le quarantenni e tra gli uomini. Facendo arrivare la cifra dei pazienti a 3 milioni di persone».

LA TERAPIA
Oggi circa l’85% delle persone che si rivolgono ai centri che si occupano di disturbi alimentari soffrono di bulimia. La diffusione di questa patologia è quasi quadruplicata rispetto a trent’anni fa. In primo luogo, perché la bulimia è meno visibile dell’anoressia, dunque gli interventi di cura arrivano tardi. La bulimia, la voracità del mandar giù tutto a tutte le ore (con il desiderio di dare di stomaco), aumenta perché l’anoressia restrittiva, quella del digiuno a tutti i costi, non sembra più sufficiente a contenere il disagio delle donne. «Perché - spiegano all’Aba - è più facile che una anoressica diventi bulimica, non viceversa». La bulimia, inoltre, si inserisce meglio nella cultura occidentale, basata sull’abbuffata di oggetti da consumare. Dal cibo ai vestiti, dai telefonini alle emozioni.
 
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