«I mezzi Ama sono fuorilegge», Muraro sapeva ma non parlò

«I mezzi Ama sono fuorilegge», Muraro sapeva ma non parlò
di Sara Menafra
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Sabato 29 Ottobre 2016, 00:46 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 11:45
Sapeva dei problemi che c’erano negli impianti di lavorazione dei rifiuti urbani di Roma. Eppure, l’attuale assessore all’ambiente Paola Muraro non li ha mai denunciati. Quando lavorava come consulente perché era di fatto dipendente di Ama, e neppure ora che ha una qualifica di pubblico ufficiale di primissimo piano. E’ una responsabilità politica che rischia di aggiungersi all’accusa penale quella che emerge dalle mille pagine di atti che l’assessore ha depositato alla commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti un mese e mezzo fa e che ora sono stati desecretati. 
Dopo aver aspettato per più di un mese, rispettando un sottinteso garbo istituzionale nei confronti delle indagini della Procura di Roma, due giorni fa il presidente Alessandro Bratti ha deciso di togliere i sigilli a quelle carte e consegnarle ai membri della commissione. Nell’elenco di documenti che l’assessore ha depositato sul tavolo quando è stata ascoltata c’è un po’ di tutto. Curriculum, pareri legali, contratti di lavoro con Ama, verbali di perquisizione o di valutazione degli impianti che aveva l’obbligo di supervisionare nella sua funzione precedente.

«GLI IMPIANTI NON REGGONO»
Due mail in particolare che lei stessa invia ad alcuni dirigenti di Ama mentre lavora nell’azienda come consulente fanno capire come lei stessa fosse cosciente delle irregolarità presenti. Il 19 novembre 2015 in una mail interna parla addirittura della possibilità che i furgoni con materiale di scarto che escono dall’impianto di Rocca Cencia (riconducibile al ras dei rifiuti Manlio Cerroni e che lei stessa era chiamata a controllare) rischiano il sequestro: «Sono state effettuati controlli su mezzi in attesa del carico Cdr scarti per verifica pulizia e indicazione di eliminare dalle macchine il simbolo A o D in quanto non compatibile con simbolo R», scrive. E poi aggiunge: «Si rischia sequestro mezzo e responsabilità». In generale le mail inviate ai dirigenti Ama parlando di problemi continui: «Permane il problema della suola in zona igienizzazione/stabilizzazione: sono previsti ulteriori sondaggi per verifica situazione nello strato ghiaioso», dice. O sull’impianto Salario, anche questo sotto il suo controllo: «La linea A s’intasa frequentemente, per problemi di aspirazione. Si chiede l’aggiornamento amministrativo della fornitura delle gru a base fissa».
 
Le mail confermano il suo ruolo di supervisione diretta. Quando iniziano i campionamenti a Rocca Cencia spiega che « la formazione del personale per i campionamenti Css la faccio io, manca però la certificazione da parte dell’Università». 
Le presunte minacce dell’ex presidente di Ama Daniele Fortini messe nere su bianco sembrano perdere tutta la valenza intimidatoria di cui ha parlato l’assessore Muraro in commissione. La sua versione parlava di «scintille» e «bordate» come dell’annuncio che il presidente di Ama non l’avrebbe lasciata svolgere il proprio ruolo. Il dialogo in realtà è di tono diverso: «Le bordate saranno feroci, lo sai. Ma Roma è Roma!», scrive lui. E Muraro: «Ho un buon maestro (occhiolino) lo so che sarà difficilissimo, ho accettato ieri sera e questa notte non ho dormito ci sentiamo domattina»; «Intesi. Riposa bene, da domani saranno scintille, ma l’energia non ti manca. Buonanotte». 
LE MAIL A VIGNAROLI
Le mille pagine di atti contengono anche alcuni report partiti dallo stesso ufficio del presidente Fortini. Nell’elenco dei destinatari dell’aggiornamento settimanale c’è anche Stefano Vignaroli il parlamentare dei Cinque stelle che avrebbe partecipato alle riunioni riservate sulla gestione degli impianti non è chiaro a quale titolo. I documenti raccolti sembrano dire che il deputato ricevesse anche altri documenti e report da Ama. Quel che potrebbe chiarire solo la sua audizione, che la commissione potrebbe calendarizzare prossimamente, è come mai.
Sara Menafra
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