Intervista al ministro Lorenzin: «È ritornato il buon senso, ma fiducia estrema ratio»

Intervista al ministro Lorenzin: «È ritornato il buon senso, ma fiducia estrema ratio»
di Mario Ajello
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- Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 00:05
Ministro Lorenzin, voi del Nuovo Centrodestra state brindando per la svolta di Renzi sulle unioni civili? 
«Siamo in quaresima, non si brinda. Però, vediamo con soddisfazione che si sta affermando la nostra linea a favore delle donne e dei bambini, che era rimasta soffocata nella prima fase del dibattito e si cerca di trovare una posizione condivisa».

Siete pronti, insomma, a votare il nuovo emendamento che dovrebbe riscrivere la legge nei punti più controversi? 
«Vediamo se ci sarà questo emendamento o se si riuscirà a trovare un ampio consenso in parlamento. Perché mi pare che Renzi abbia aperto due strade. O si vota la legge sulle unioni civili articolo per articolo, e si vede quanti consensi raccoglie nell'aula del Senato, oppure si trova un accordo nella maggioranza».

 

Lo scenario di gran lunga più probabile é il secondo, vista la rissa che s'é scatenata tra Pd e M5S. Voi che cosa volete che contenga questa parziale riscrittura della legge? 
«La situazione che si é creata deve anzitutto servirci a riportare serenità, in Parlamento e nel Paese, su un tema diventato profondamente divisivo. Lo scopo di tutti noi é quello di fare una norma che regolamenti le unioni civili e le convivenze, che dia diritti e tranquillità alle persone che possono, in questo modo, vivere pienamente la propria vita affettiva». 

Ma su questo non eravate tutti d'accordo fin dall'inizio? 
«Sì, e adesso bisogna trovare il mondo per far prevalere il buon senso. Devono essere superati i fattori divisivi che sono: elementi di incostituzionalità negli articoli 2 e 3 della legge, che equiparano le unioni civili ai matrimoni, e lo stralcio della stepchild adoption». 

Così sarete soddisfatti? 
«Sì, ma il dibattito ha portato alla luce quanto sia urgente che si affronti in un altro testo un riaggiornamento della legge sulle adozioni e sugli affidi, perché in Italia ci sono migliaia di bambini che vivono nelle case famiglia e in stato di abbandono. E non riescono né ad essere adottati né ad essere dati in affido a una famiglia che desidera soltanto amarli. Abbiamo tantissime famiglie che aspettano anni per realizzare questo grande gesto disinteressato di amore che é l'adozione. Bisogna fare una legge che parta dai bisogni dei bambini e che alleggerisca tante strane pastoie burocratiche».

E le adozioni per le coppie omosessuali? 
«Per le adozioni del figliastro potremmo pensare ad un istituto ad hoc per affrontare i nodi irrisolti della stepchild senza aprire a maternità surrogata. Potremmo rafforzare l'istituto delle adozioni speciali, per contemplare tutte quelle garanzie e tutele necessarie ai minori di cui non abbiamo minimamente parlato in questo dibattito al Senato». 

Quindi senza equiparazione delle unioni civili ai matrimoni e senza stepchild adoption voi votate la fiducia?
«Senza questi elementi avremmo approvato la legge! Vorrei essere ottimista, l'apertura del premier è un fatto importante che tende a superare le divisioni in aula e nel paese, penso che sui contenuti che abbiamo prospettato si possa trovare un consenso
che ci permetta di approvare la legge anche senza la fiducia che rimane una estrema ratio. Dipenderà molto dalla direzione del Pd».

E quali soluzioni sulla questione dell'utero in affitto? 
«Questo é un tema su cui io intendo continuare a battermi. La mozione della senatrice Finocchiaro é un primo passo. Bisogna che l'Italia faccia una normativa più severa contro l'utero in affitto, con sanzioni penali e che si faccia parte attiva a livello internazionale perché questa pratica diventi reato universale». 

Quando si interverrà su questa materia? 
«Se ci sarà lo stralcio dell'articolo 5, si interverrà in un altro testo ad hoc. Sono in contatto con le colleghe di tutta l'Europa, anche aderenti al Pse, per fare di questa una battaglia delle donne europee. Per bloccare l'utero in affitto conseguenza dell'art 5, bisognava mettere una sanzione penale molto dura, che é stata già dichiarata inammissibile per motivi tecnici».

La politica renziana dei due forni, quello della maggioranza e quello dei grillini, ha rischiato di farvi molto male.
«Il forno principale di Renzi é quello con gli alleati di governo. Con i quali sono state fatte le riforme più importanti e straordinarie, quella della Costituzione, la legge elettorale, il Jobs act e tutto il resto. Siamo l'alleanza del buon senso. E quando si abbandona il buon senso, é ovvio che le cose poi non possono prendere una buona piega». 

Dica la verità: sta cercando di mascherare un super-ottimismo da partita faticosamente vinta? 
«Io sono un'ottimista moderata. Mi interessa il risultato, non le bagarre politiche». 

Ha sbagliato anche la titolare della legge, Monica Cirinná, in tutta questa vicenda? 
«Si é arroccata su un testo, senza cercare di allargare il consenso anche a chi la pensava e la pensa diversamente da lei. Quando si tratta di temi così delicati, bisogna cercare di capire le ragioni dell'altro e tenere insieme le diverse sensibilità. Non spaccare». 
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