Bankitalia: Fininvest ceda Mediolanum

Bankitalia: Fininvest ceda Mediolanum
3 Minuti di Lettura
Sabato 11 Ottobre 2014, 06:30
LA CONDANNA
MILANO Bankitalia allenta il sodalizio fra la Fininvest e Ennio Doris in piedi da 32 anni. La holding che controlla il Biscione, su indicazione della Consob, ha reso noto l'obbligo di cedere il 20,18% di Mediolanum spa entro 30 mesi: alle quotazioni di Borsa di ieri (il titolo ha perso il 2,9%) il pacchetto vale 780 milioni. In attesa di trovare un compratore, la partecipazione va segregata in un trust con il congelamento dei diritti di voto. E' questo un altro effetto della perdita dei requisiti di onorabilità da parte di Silvio Berlusconi, che controlla Fininvest tramite quattro holding con oltre il 50%, a causa della condanna definitiva in Cassazione per frode fiscale sui diritti televisivi di Mediaset, su cui pende, però, il ricorso presso la Corte di Giustizia. Sempre per quella condanna, Berlusconi ha dovuto rinunciare alla croce di cavaliere del lavoro oltre a perdere l'elettorato passivo con la decadenza da senatore.
UN TRUST A TEMPO
Dell'attuale 30,15%, Fininvest potrà dunque conservare il 9,9%: la legge bancaria, infatti, prescrive requisiti di onorabilità oltre che per gli amministratori di una società anche per gli azionisti. Avendo Mediolanum ottenuto l'iscrizione ai gruppi bancari, è scattato il diktat che Bankitalia, d'intesa con Ivass, ha notificato a Fininvest due giorni fa. Sicché ieri è stato sciolto il patto di sindacato tra Fininvest e Doris che blindava il 51% (suddiviso in due quote paritetiche del 25,5%) fino al 2016. Doris direttamente e indirettamente, tramite FinProg, possiede il 29,7% cui va aggiunto il 6,6% della moglie Lina Tombolato.
Fininvest ha iniziato il confronto con Bankitalia a fine maggio, subito dopo la richiesta di Mediolanum di iscriversi all'albo dei gruppi bancari. Lo Studio Chiomenti, storico consulente del Biscione, ha provato a confezionare una soluzione definitiva con il trasferimento del pacchetto eccedente il 9,9% in un trust costituito ad hoc. Ma non si sarebbe riusciti a trovare una quadra rispetto alla garanzia di effettiva separazione della gestione del pacchetto: il fiduciario va bene, purché a termine e congelando nel periodo intermedio i diritti di voto.
Fininvest convocherà a breve un cda per esaminare il provvedimento e prendere le decisioni conseguenti. Il cda, che per statuto va chiamato con 48 ore di anticipo, si terrà comunque a metà settimana. Mediolanum «mantiene e persegue la sua stabile e consolidata presenza nel mercato» «forte della garanzia e della continuativa partecipazione della famiglia Doris che detiene oltre il 40% delle azioni», si legge in una nota del gruppo finanziario che non manca di manifestare «solidarietà a Berlusconi».
Intanto il mercato si interroga sui possibili compratori della quota di Fininvest. Una strada potrebbe portare a Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi: quest'ultimo è nel cda Mediolanum assieme ad Alfredo Messina (vicepresidente vicario), Pasquale Cannatelli e Danilo Pellegrino designati dal Biscione. Ma i figli del fondatore sono azionisti di Fininvest attraverso tre holding ed essendo quindi parti correlate con il padre, l'eventuale acquisto di una parte del pacchetto dovrà essere valutato attentamente da Bankitalia ai fini dello sganciamento dall'influenza del patron. «Spero che la quota che dovrà alienare Fininvest rimanga alla famiglia Berlusconi», ha detto Doris. «Se Fininvest dovesse vendere azioni sul mercato - ha aggiunto - si creerebbe una fila di gente e in fila ci sarei anche io, nonostante ulteriori azioni non mi servano per gestire la società, avendo il 40% delle azioni».
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA