Oltre 350 reperti per il “museo” di Villa Wolkonsky

Oltre 350 reperti per il “museo” di Villa Wolkonsky
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 06:15
L'EVENTO
C'è da scommettere che ora la principessa russa Zenaida Wolkonsky, sia davvero soddisfatta. A Roma, la Villa dove la nobildonna visse tra il 1820 e il 1862 ha finalmente il suo museo. La storica collezione Wolkonsky di oltre 350 reperti di età imperiale, fiore all'occhiello della raffinata corte culturale che la principessa alimentò nella sua residenza romana ereditata dal padre (frequentata da Stendhal, Walter Scott, e persino Gogol che concepì “Le anime morte” proprio in una grotta del giardino), sono stati al centro di un complesso intervento di restauro. Un lavoro certosino durato quattro anni che ha ridisegnato lo scenario del parco della Villa sulle pendici dell'Esquilino, con l'ambizione di rievocare l'originario fascino del giardino della principessa. Non a caso, a parlare dell'importanza della collezione è anche Dirk Booms, curatore del British Museum.
Il progetto è stato fortemente voluto dall'Ambasciata Britannica a Roma, con l'obiettivo di una futura apertura al pubblico.
LA STORIA
È dal 1947, infatti, che Villa Wolkonsky è la residenza capitolina dell'ambasciatore britannico. Un gioiello che sarà presentato oggi, tenuto a battesimo dal ministro per i Beni culturali e per il turismo Dario Franceschini. Ed è qui che oggi saranno svelate nel nuovo Museo delle Serre Wolkonsky, comunicanti tra loro, le centinaia di reperti freschi di restyling, quasi tutti provenienti da sepolture, appartenenti alla vasta Necropoli dell'Esquilino, e di epoca compresa tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. Sotto le eleganti vetrate sfilano ora, grazie al lavoro dei restauratori Stefano Volta e Silvia Simeti e della curatrice della collezione Valentina Puglisi, sarcofagi e frammenti a bassorilievo, statuine votive, iscrizioni, frammenti colossali di elementi architettonici. A dare il benvenuto, la straordinaria statua di Satiro Musico a grandezza naturale. La villa ha una storia di proprietari. Costruita nei primi decenni dell'Ottocento per la principessa Zenaida, si mormora amante dello zar Alessandro I di Russia, di cui sposò l'aiutante di campo, il principe Nikita Wolkonsky, poi passò di proprietà alla famiglia Campanari, quindi al governo tedesco. Infine la villa è stata acquistata dal governo britannico nel 1951. È immersa in un grande giardino nel quale sfilano vertiginose le trentasei arcate dell'acquedotto di Nerone, voluto dall'imperatore per rifornire con l'acqua di Subiaco la sua Domus Aurea. E lungo il viale che costeggia l'acquedotto, si possono incontrare oggi gli splendidi ritratti funerari, tra cui spicca quello dei Servilii, e i sarcofagi decorati a bassorilievo, famosi quello delle Ghirlande e quello con la Corsa delle Bighe. Tesoro nel tesoro, la statua di Athena Parthenos. Imperdibile.
Laura Larcan

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