Nel “Cerchio” di Eggers gli incubi di Orwell incontrano l'era digitale

Nel “Cerchio” di Eggers gli incubi di Orwell incontrano l'era digitale
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Sabato 22 Novembre 2014, 06:17
IL CASO
Cosa succede quando una società di hi-tech detiene il 90% del mercato mondiale delle ricerche su Internet, il monopolio assoluto della pubblicità e dei pagamenti online? E quali disastri possono capitare quando questa società - in nome di una presunta necessità di trasparenza - comincia a imporre a politici e cittadini di essere spiati in ogni momento della loro vita? Il risultato è Il Cerchio di Dave Eggers, appena tradotto in Italia da Mondadori, una sorta di 1984 all'ennesima potenza, un Orwell 2.0 pronto per l'era digitale. Il Grande Fratello non è più un singolo tiranno onnipresente sugli schermi, ma tutti noi. La minaccia non viene da un singolo, ma dalla totalità dei tre miliardi di iscritti, di account, del Cerchio. Deriva dalla curiosità ossessiva dei lurker, dei guardanti, dei cittadini di un villaggio globale sempre più connesso e interdipendente. Dove nessuno più ha diritto alla privacy, perché altrimenti dimostrerebbe di avere qualcosa da nascondere.
Il romanzo di Eggers racconta la storia di Mae, una nuova assunta del servizio clienti. La ragazza si installa grazie all'aiuto dell'amica Annie in un campus che ricorda certi progetti avveniristici di Steve Jobs, 160 ettari di pareti trasparenti (persino i palchi sono in plexiglas), sezioni con nomi come “Rinascimento” e “Illuminismo”. Presto la protagonista diventa ostaggio dei due saggi ”cattivi” co-fondatori del Cerchio, Bailey e Stenton. Convinta a portare con sé una webcam 24 ore su 24, ottiene milioni di follower. E sarà lei, testimonial dell'ultra-trasparenza, a far crescere il mostro fino al «completamento del cerchio», la sua quadratura: l'instaurazione di una tirannia su scala globale.
INCUBO
Certe minacce alla privacy della nostra vita reale impallidiscono rispetto a TruYou, il sistema per identificare ogni persona sulla terra, sostituendo carte di credito e di identità; o SeeChange, centinaia di migliaia di telecamere installate ovunque con la scusa di prevenire crimini. Per non parlare dei chip sottopelle installati per impedire rapimenti di minori; o i sistemi informatizzati per controllare ogni presente e futura malattia. Non esiste segreto nel mondo del Cerchio. Non c'è possibilità di compiere delitti o di esserne vittima. Almeno, apparentemente. Perché, in questo allucinata esasperazione della nostra vita online, sono gli stessi follower a compiere i crimini più efferati, a calpestare i più sacrosanti diritti altrui. Vengono in mente certi progetti iper-tecnologici creati nelle divisioni più segrete di Google, come le nanoparticelle da assumere per scoprire eventuali malanni, o i progetti futuribili (ma sempre più prossimi) di auto senza conducente, di occhiali-spia, di video di sorveglianza onnipresenti.
Non a caso chi si ribella, nel mondo del Cerchio, è uno dei suoi fondatori, Ty, l'uomo che ha creato questo mondo e che comincia a capirne i lati oscuri, le implicazioni meno evidenti. Mae costringe i genitori a vivere spiati per poter estendere loro l'assicurazione sanitaria (salvando forse la vita al padre); ma ottiene anche la loro fuga, alla ricerca di un luogo della terra ancora privo di obiettivi puntati sulla gente. Il resto è una vita costruita su numeri, click, visualizzazioni, statistiche. Un ex fidanzato di Mae prova a mandarle un avvertimento: «Voi state creando un mondo di luce sempre accesa, e io credo che ci brucerà vivi, tutti quanti». Ma è ormai troppo tardi.
Riccardo De Palo
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