Il rapporto con il cinema da Malle a Leconte

Il rapporto con il cinema da Malle a Leconte
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Venerdì 10 Ottobre 2014, 06:13
LO SCENEGGIATORE
La storia dei rapporti tra Modiano e il cinema è lunga e discontinua, come certi amori capricciosi ma ostinati e più profondi di quanto sembrino. Nel 1974 scrisse con Malle l'epocale Cognome e nome: Lacombe Lucien, che suscitò un putiferio perché demoliva l'agiografia della Resistenza raccontando la storia di un giovane contadino che per caso, rifiutato dai partigiani, finiva nella Gestapo, si innamorava di un'ebrea, uccideva un tedesco, quindi veniva fucilato dai partigiani. Un antieroe incoerente, irrecuperabile e insieme più autentico di tanti miti fabbricati a posteriori, cui Modiano, sempre ossessionato da luci e ombre di Vichy, ha fornito un contributo decisivo e molto personale.
Malgrado questo esordio clamoroso, Modiano però in seguito ha scritto solo quattro film abbastanza trascurabili, più una sceneggiatura per Belmondo sul bandito Jacques Mesrine a fine anni 70. Ma il film non si fece (anche perché Mesrine evase dopo aver mandato un messaggio alla produzione: «Non scrivete la parola fine»...). Mentre cinque dei suoi romanzi hanno ispirato film che amava solo se lo “tradivano” (tra cui Il profumo di Yvonne, di Leconte).
Più complesso il suo rapporto privato e sentimentale col cinema. Figlio d'una attrice belga, Louisa Colpijn, evocata più volte nei suoi libri; critico occasionale; autore di un libretto su Françoise Dorléac, la sfortunata sorella e collega di Catherine Deneuve, morta in un incidente nel '67; attore per Raul Ruiz in Genealogia di un crimine; nel 2000 è stato anche giurato a Cannes. Ironicamente, quell'anno la palma andò a Dancer in the Dark di Lars von Trier. Ma forse fu tutta colpa del presidente Luc Besson...
F. Fer.