«Contratti a tempo, occasione di ricchezza e libertà»

«Contratti a tempo, occasione di ricchezza e libertà»
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Mercoledì 1 Ottobre 2014, 06:07
L'INTERVISTA
«I contratti a tempo determinato immaginati per l'Opera di Roma sono la soluzione più ragionevole per un ente lirico di questo tipo. Altrimenti il rischio sono i licenziamenti collettivi», dice Roberto Pessi, professore ordinario di Diritto del Lavoro e prorettore alla Didattica della Luiss.
«L'utilizzo di contratti a termine di tipo stagionale – spiega - consente all'orchestra di avere per un verso una forte continuità artistica, dall'altro di creare elementi di novità e arricchimento per quanto riguarda i musicisti utilizzati. In questo modo si darebbe anche la possibilità a tanti giovani dei conservatori di acquisire nuove possibilità di lavoro che altrimenti, con risorse limitate, troverebbero precluse».
Professore, come si può mettere in pratica la proposta? I sindacati faranno le barricate...
«Per un'attività in sofferenza economica come l'Opera, con il business limitato solo a determinati periodi dell'anno, questa potrebbe essere una misura alternativa rispetto allo spettro dei licenziamenti collettivi. La modifica può avvenire in un contesto di accordo sindacale in cui la diversa regolamentazione contrattuale, di minor favore, viene scambiata con la salvaguardia dell'occupazione, seppur con una diversa tipologia di accordo».
Che tipo di contratti possono essere utilizzati?
«Ci sono due possibili soluzioni: o un contratto a termine oppure un contratto part-time di tipo verticale. Nel primo caso si tratterebbe di una sorta di lavoro stagionale, rinnovato di anno in anno, con la priorità per essere assunti l'anno successivo da parte dei lavoratori già coinvolti in precedenza. Nel secondo invece si tratta di un accordo a tempo indeterminato dove l'occupazione è richiesta solo per un predeterminato periodo dell'anno, per esempio sei mesi».
Che vantaggi ne avrebbero gli orchestrali?
«Ognuna delle due tipologie di contratto ha i suoi benefici. Intanto sia in un caso che nell'altro, nel periodo di non occupazione il lavoratore potrebbe accettare altre offerte di lavoro, sia in Italia che all'estero. Sarebbe un modo per mettersi sul mercato, esattamente come avviene per i liberi professionisti. Ma con questi accordi scattano anche forme di tutela: con il contratto a termine, chi non trovasse lavoro nel periodo in cui non è impiegato, potrebbe usufruire dei trattamenti economici di disoccupazione. Nel secondo caso invece no, perché la Corte Costituzionale ha sottolineato che in questo caso il rapporto è a tempo indeterminato».
E l'articolo 18?
«Nel primo caso ovviamente non potrebbe essere applicato, nel secondo invece sì. In sostanza con il contratto part-time si è più tutelati sul versante della stabilità del rapporto, con quello stagionale si ottengono gli ammortizzatori sociali».
Ci sono altre opzioni?
«Potrebbero essere messi in campo anche i rapporti di lavoro artistico. In questo caso non si tratterebbe di rapporti di lavoro continuativo. Ma alcuni musicisti sarebbero liberi professionisti che, di volta in volta, vengono contrattualizzati con accordi di collaborazione ma solo per certi concerti. Sarebbe l'ideale per coinvolgere musicisti che eccellono in determinati settori. Ovviamente questo dipende anche dalla pianificazione artistica, dal cosiddetto “tabellone”, che indica su quali strumenti puntare per ogni spettacolo».
Lorenzo De Cicco
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