«Dottoressa sono felice che ci sia lei oggi… mi ricordo di lei… lei mi deve aiutare… io ho un peso nel petto e voglio liberarmi… voglio raccontarle la verità», così avrebbe parlato alla psicologa Veronica, secondo quanto riportato da La Sicilia. La mamma ribadisce la sua innocenza e continua ad accusare il suocero Andrea Stival: «Dottoressa, io a mio figlio l’ho trovato già morto, ero andata a buttare la spazzatura e quando sono rientrata l’ho trovato a terra. Ho provato a rianimarlo, ma ormai...».
Veronica è dettagliata nella descrizione di quanto accaduto quel terribile giorno, racconta dell'omicidio, dice che è stato il suocero a guidarla in quello che doveva fare e ribadisce che la sua unica colpa è stata quella di aver gettato nel canalone il cadavere del figlio.
La psicologa chiede che tipo di rapporto avessero la Panarello e Andrea Stival e Veronica racconta chiaramente: «Lui aveva attenzioni strane per Loris, ma io gli ho detto: prendi me, ma a lui non lo lasciare», così sarebbe iniziata la loro "relazione", «Da sei mesi avevo frequenti rapporti sessuali con mio suocero quando i bambini sono fuori casa. Non ero consenziente, lo facevo solo per proteggere i miei figli… questo era il patto». Secondo le parole di Veronica, quindi, il nonno avrebbe voluto abusare di Loris e avrebbe iniziato a rivolgere le sue attenzioni anche sul fratello più piccolo.
A testimonianza di questo patto tra lei e il suocero Veronica mostra anche delle prove alla psicologa, una valigia ricevuta in carcere: «Un segnale per me che stavo facendo bene a non parlare e che quindi meritavo una ricompensa».
Veronica insiste nel colloquio: «Io ho sbagliato, ho mentito, ma ho avuto paura. Devo pagare per quello che è successo, ma non ho ucciso io Loris, merita giustizia».
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