Terra dei fuochi, denunciato vigilante per l'incendio nella discarica di Giugliano

Terra dei fuochi, denunciato vigilante per l'incendio nella discarica di Giugliano
di Tonia Limatola
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Venerdì 24 Luglio 2015, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 11:48

Giugliano. Pagato per controllare, risulta irreperibile mentre scoppia l’incendio nell’ex Resit: vigilantes viene denunciato per truffa. Solo un caso ha impedito che le fiamme appiccate agli ingombranti accatastati sul perimetro della discarica, dismessa e sotto sequestro in località Scafarea a Giugliano, non si propagassero fino ai rifiuti accatastati del sito più pericoloso della Campania. I danni all’ambiente sarebbero stati ancora più consistenti.

L’addetto alla vigilanza - 50 anni, originario di Pozzuoli e dipendente del Consorzio di Bacino Napoli Uno ormai in dismissione- non era presente nella discarica per il turno mattutino, dalle 6 alle 12, così come previsto dall’ordine di servizio, quando sul posto sono arrivati i soccorsi.

L’allarme è stato dato dal commissario di Governo per le bonifiche Mario De Biase che si trovava in zona e solo per questo l’incendio ha risparmiato gran parte dei rifiuti smaltiti nella cava Z. L’uomo è arrivato mentre le operazioni di spegnimento erano già in corso e i carabinieri della Compagnia di Giugliano, lo hanno denunciato a piede libero per truffa.

Intanto, resta l'allarme. Quello scoppiato ieri è il secondo incendio ai danni della discarica Resit in poche settimane e arriva a pochi giorni dall’incendio di Schiavi, invaso anch’esso sotto sequestro. Senza contare la serie di roghi che ormai, purtroppo, fanno parte della routine di ambientalisti, amministratori e vigili del fuoco. Si avvista, si segnala, si spegne. La situazione resta preoccupante: l’ex Resit - costituita da due invasi, cava Z e cava X - resta a rischio. Cava Z risulta bruciata per un terzo, mentre l’azione distruttrice per cava X era stata totale. La Resit è la discarica più velenosa dell’area. Se non si mette in sicurezza, le 14 milioni di tonnellate di percolato, mai smaltite correttamente, secondo un perito della Procura di Napoli inquineranno definitivamente le falde acquifere nel 2064. Intanto, si avvicina una data importante: il 29 luglio il Tar Campania si esprimerà sull’assegnazione del bando per la bonifica revocato su indicazione dell’Anac, diretta da Raffaele Cantone.

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