Pizzofalcone divisa tra sospetti e veleni

Pizzofalcone divisa tra sospetti e veleni
di Maria Elefante
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Domenica 19 Febbraio 2017, 11:08

 Le porte della chiesa di Santa Maria degli Angeli restano chiuse per tutto il pomeriggio. Si spalancano solo alle 17.20. A girare la chiave nella toppa del portone è un custode. Quella porta si apre dall’interno e sul volto del custode quasi traspare la fatica con cui ieri ha tirato a sé quel legno massiccio. A girare per le stradine di Pizzofalcone e di Monte di Dio tutto sembra normale. Ma ieri quel dedalo di vicoli che si affaccia su Piazza Plebiscito si è svegliato sotto choc. La notizia di un dossier arrivato in curia ha sconvolto il quartiere. Sulla scrivania del cardinale Sepe quelle carte in cui si parla dettagliatamente di una vicenda iniziata nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e finita in un appartamento privato del centro. La persona che ha consegnato il dossier ha messo sotto accusa un sacerdote che avrebbe avuto rapporti a pagamento con più ragazzi. Uno in particolare che ha 28 anni. «Non è un ragazzo ma un uomo - spiega uno dei residenti del quartiere - e un uomo, se lancia accuse così forti, dovrebbe metterci la faccia».

È questo il primo commento. Ed è anche la grande contraddizione che emerge nel quartiere. I residenti invitano il giovane 28enne a metterci la faccia anche se nessuno di loro vuole rivelare il proprio nome. A Monte di Dio c’è tanta omertà. Ma tra i vicoli, comunque, non si parla d’altro. Frasi bisbigliate, dette a bassa voce e soprattutto nessuna voglia di esporsi con commenti che potrebbero essere smentiti dai fatti. Una vecchietta guarda la chiesa chiusa e non si dà pace: «Parlate d’altro sui giornali, dei problemi della sicurezza del quartiere, di questi lavori della metropolitana che sono infiniti e ci rendono solo problematica la vita. Questa è una storia che getta solo fango, qui non possono essere accadute queste cose».

E più in là un residente sussurra: «È inutile che aspettate, la chiesa oggi pomeriggio non aprirà, soprattutto dopo quello che abbiamo letto sul giornale. Ma io me l’aspettavo che succedesse qualcosa, perché quel sacerdote non me la contava giusta». Ma non è stato così. Alle 17,20 spunta il custode. Apre le porte e commenta. «È una brutta storia qui nessuno se la meritava - spiega - io sono un volontario ma conosco il parroco da anni. Se avessi avuto soltanto un minimo dubbio ora non sarei qui. Escludo assolutamente che possa essere coinvolto in questa storia. Questa chiesa con lui è sempre stata un punto di aggregazione. Ora si vuole infangare tutto il lavoro fatto». Il custode lancia strali contro chi tenta di tirare in ballo il parroco che è nel quartiere da circa 4 anni: «Non è vero che oggi pomeriggio salta la messa, il sabato pomeriggio non c’è messa».

Dagli orari affissi nella bacheca si legge che si celebra messa tutte le mattine alle 11 e la domenica a partire dalle 9.30 e fino a ora di pranzo. «La messa è stata detta questa mattina, come di consuetudine» dice ancora il custode che poi parla più animatamente quando si chiede dei giovani. «C’è la catechesi due giorni a settimana, il lunedì ed il martedì. Bambini che si preparano alla prima Comunione. Nessuna frequenza di altro genere, sono qui e vedo tutto da anni». Il custode si allontana, non vuole aggiungere altro. Don Mario ha preso le distanze da quel dossier arrivato a Largo Donnaregina e nel quartiere la gente si divide. Quasi tutti ritengono che il parroco sia estraneo alle clamorose vicende: «È una cosa assurda, io non ci credo. Penso che siano fatti pregressi, accaduti molto tempo fa».

 




Una donna che aveva appuntamento con le sue amiche proprio nei pressi della chiesa ci parla degli altri sacerdoti che hanno guidato quel quartiere. Ma il custode non riesce a darsi pace per una storia che colpisce nel mucchio e sparge sospetti ovunque. Sospetti. Si perché i cittadini per tutto il pomeriggio hanno continuato ad interrogarsi. Insomma chi è il sacerdote finito sotto accusa? Tutti ricordano con molto affetto il periodo di monsignor Eutimio Antinucci. «Lui ci ha cresciuto, ha cresciuto praticamente tutto il quartiere. Convinceva chi aveva un po’ di più a donare a chi aveva bisogno - spiega un artigiano della zona - Ma dalla sua scomparsa, nel 2008, qui si è faticato molto a trovare una guida spirituale e chi è venuto dopo di lui esibiva oggetti molto costosi, come orologi che solo i ricchi si possono permettere. Questo ci ha allontanato dalla comunità parrocchiale».

Dunque la brutta storia di giochi a luci rosse che coinvolgerebbe preti e ragazzi del cuore di Napoli provoca solo assoluzioni repentine per i preti conosciuti e condanne senza appello per tonache che hanno sporcato irrimediabilmente un quartiere dove la Chiesa aveva avuto un ruolo di aggregazione.
E ieri nel primo pomeriggio intorno a Santa Maria degli Angeli tutti si fermavano a guardare quelle porte chiuse quasi come un presagio negativo per cosa accadrà nel prossimi giorni. Si aspetta di sapere il nome del prete o dei preti coinvolti e soprattutto se l’opera di pulizia è già iniziata. La fiducia nel Cardinale Sepe, comunque è tanta e se pulizia c’è da fare tutti sono convinti che Sepe userà il pugno duro.

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