Ras della droga e primula rossa
ecco chi è “Peppe 'a basetta”

Ras della droga e primula rossa ecco chi è “Peppe 'a basetta”
di Maurizio Cerino
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 23:08

È stato da sempre considerato il maggiore specialista nel traffico di droga in grande stile e un personaggio di spessore nelle gerarchia del crimine organizzato degli anni '90 nella zona delle delle «Case nuove», l'area a proprio a ridosso dell'ospedale Loreto Mare dove i suoi killer lo hanno atteso e ferito gravemente. 

Giuseppe Vatiero, più noto con il soprannome di «Peppe 'a basetta» è riuscito a sfuggire diverse volte alla cattura, ricercato con provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura antimafia napoletana. Considerato, a più riprese, dapprima vicino ai Giuliano di Forcella, e poi ai Mazzarella, Vatiero riuscì ad evitare le manette nella notte di Sant'Aldo del 1992, durante il blitz delle forze dell'ordine soprannominato «operazione Cerasella» per la donna-boss dei Quartieri Spagnoli che, imboccata la via della collaborazione con la giustizia, rivelò grossi segreti della camorra partenopea.
 

 

Vatiero sfuggì di nuovo al carcere quando fu invece arrestato il cognato, il boss Enrico Oriunto, che aveva sposato la sorella di «Peppe'a Basetta». Vatiero fu "beccato" mentre si trovava in Valdinievole, finendo nel bel mezzo di un blitz della polizia su provvedimenti restrittivi emessi dall'allora gip di Napoli Domenico Zeuli, su richiesta dei pm Raffaele Cantone e Catello Maresca, con l'accusa di associazione di tipo mafiosa ed estorsione. L'inchiesta ha prese avvio a giugno 2003  dalle indagini sul clan Esposito (detto dei Muzzoni) di Sessa Aurunca, e sulle infilitrazioni del gruppo camorristico nel basso Lazio. In cella da marzo 2004, Giuseppe Vatiero era uscito dal carcere da una manciata di giorni, ritrovandosi, dopo 12 anni, in una Napoli che, sotto il profilo della criminalità, aveva subìto profondi mutamenti, specialmente sul fronte delle alleanze. 

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