Nei giorni scorsi la stessa sorte era toccata, in sequenza, alla discarica Novambiente, alla Resit cava X, a quella in località San Giuseppiello e al sito di Masseria del Pozzo-Schiavi. Tutte discariche posto sotto sequestro dai magistrati, tutti roghi «sospetti» sui quali ora si sta cercando di far luce. In campo ci sono da un lato la Dda, che intende accertare se dietro gli incendi ci sia di nuovo la mano della camorra, e dall'altro la Procura Napoli Nord.
Magistratura e forze dell'ordine non escludono che sia un unico filo rosso a legare i cinque episodi apparentemente separati. Una regia occulta, dunque, che rimanda naturalmente alla criminalità organizzata, in grado di gestire per decenni illecitamente il traffico di rifiuti tossici beneficiando di complicità ed omissioni. L'altra ipotesi al vaglio degli inquirenti distingue invece i roghi delle due cave Resit, dove l'ingerenza dei clan è più forte, da quelli di Novambiente, San Giuseppiello e Masseria del Pozzo-Schiavi, che potrebbero essere state oggetto di raid da parte dei rom.
(ha collaborato Tonia Limatola)
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