Il presidente della Renault Carlos Ghosn consegna la vettura elettrica a Papa Ratzinger

Anche il Papa ha la sua auto elettrica:
due Renault Kangoo per il Vaticano

di Nicola Desiderio
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ROMA - Il papa va in elettrico, o meglio, d’ora in poi avrà a disposizione una Kangoo ZE alimentata a batteria che lo trasporterà dalla sua residenza estiva di Castel Gandolfo. La consegna del veicolo al pontefice è avvenuta ieri proprio ai Castelli romani alla presenza di Benedetto XVI in persona, dal presidente del gruppo Renault, Carlos Ghosn e di Jacques Bousquet, presidente di Renault Italia e dell'Unrae, l’associazione che riunisce tutti i costruttori esteri presenti commercialmente nel nostro paese.

Una per lui, l’altra per la scorta.
Le Kangoo EV in realtà sono due. Se infatti la prima è naturalmente bianca con gli stemmi pontifici sui lati, l’altra è blu e servirà alla scorta della Gendarmeria vaticana che tiene d’occhio da vicino tutte le mosse di Benedetto XVI. Basate sulla versione a passo lungo Maxi lunga 4,6 metri, entrambe queste Kangoo sono però due esemplari unici con adattamenti e allestimenti curati dalla carrozzeria francese Grau. Esternamente diverse sono in particolare le fiancate, dotate di portiere che si aprono a vento – nella versione di serie sono scorrevoli – e di cristalli più ampi che possono essere rimossi per esigenze pastorali e alloggiati all’interno di una rastrelliera apposita che si trova nel vano bagagli una volta aperto il portellone, anche questo realizzato appositamente. Allo stesso scopo, il tetto è apribile in tela e, per fare in modo che il papa abbia il giusto sostegno quando è in piedi per salutare i fedeli, c’è un tubo tra i due montanti centrali che funge da maniglia di appoggio. Per agevolare l’ingresso e l’uscita c’è una pontificia – è proprio il caso di dirlo – soglia elettrica a scomparsa mentre all’interno vi sono due sontuosissime poltrone rivestite in pelle chiara a regolazione totalmente assistita con cinture di sicurezza integrate.

Due anni di preparazione.
La storia della prima papa mobile elettrica comincia due anni fa, quando ci furono i primi contatti tra il Vaticano e la casa francese. Ad un anno fa risale invece la prima definizione del progetto mentre sei mesi è partita la realizzazione delle due Kangoo entrate ieri in servizio a Castel Gandolfo. Un lavoro insomma sotterraneo, quasi in segreto per un’auto sicuramente particolare, ma che non ha poi alcun segreto e neppure alcuna forma di blindatura. Per questo, almeno all’inizio, sarà adibita solo alla residenza estiva del Papa, ma presto potrebbe essere utilizzata anche in altri contesti dove le condizioni di sicurezza non richiedono l’utilizzo di un’auto blindata, anche in Vaticano dove tra l’altro sono state installate da Enel 5 (4 nei box e una esterna) delle 8 centraline di ricarica Pontificie. Le altre tre sono invece a Castel Gandolfo: 2 nei box di rimessa e una all’esterno, negli splendidi giardini della residenza papale. Invariata la base elettromeccanica delle due Kangoo: il motore ha 44 kW, la batteria è agli ioni di litio e sufficiente per 170 km di autonomia e la velocità massima è di 130 km/h. «Dovrebbe bastare per girare a Castel Gandolfo – ha commentato con sottile ironia Bousquet – e ce l’ha confermato anche la Gendarmeria».

L’auto elettrica, il papato e il creato.
Le due Kangoo EV sono le prime papamobili elettriche, ma non sono le prime auto ad emissioni zero in dotazione al Vaticano. Dal 2005 infatti a Castel Gandolfo il servizio di sicurezza ha alcune golf car, poi ci sono due piccole Smart ED a disposizione della Gendarmeria, e un veicolo di servizio per la sala stampa della NVG, senza dimenticare la Citroen C-Zero che la polizia italiana utilizza per i servizi di pattugliamento di piazza San Pietro. Ma l’attenzione ambientale del Vaticano non finisce qui. Il tetto della Sala Nervi infatti è rivestito di pannelli solari e anche la zona industriale utilizza il fotovoltaico per alimentare alcuni servizi come la ristorazione e il condizionamento dei locali. Ci sono poi i motivi ideali e spirituali che padre Federico Lombardi ha ricordato in conferenza stampa, primo fra tutti l’inserimento dell’uomo nel creato come tema del magistero della Chiesa. Il responsabile della sala stampa vaticana ha poi ricordato l’enciclica “Caritas et veritate” e che lo slogan della giornata della pace nel 2010 sia stato “Se vuoi coltivare la pace custodisci il creato”. Il presidente di Renault Italia Bousquet si è detto invece «lieto e fiero di avere realizzato questo progetto comune per l’ambiente e per le generazioni future».

Queste benedette auto elettriche.
E a proposito di futuro, ci sarà una papa mobile elettrica da utilizzare nelle udienze ufficiali in piazza San Pietro al posto delle attuali Mercedes? E tutte le auto di servizio saranno sostituite da altre ad emissioni zero, magari con la Losanga sul cofano? Padre Lombardi ha ribadito come non vi siano esclusive, ma che questa iniziativa – come le altre messe in atto non solo nel campo della mobilità – indica una direzione per «la promozione di sviluppi culturali e tecnici per la tutela dell’ambiente». Una cosa è sicura: prima di vedere il papa nero stiamo già vedendo un papa verde.

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Venerdì 7 Settembre 2012 - Ultimo aggiornamento: 11-09-2012 10:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA