Ologarchi russi, il paradosso delle sanzioni: gli Usa hanno speso 20 milioni di dollari per “mantenere” un giga-yacht sequestrato

Esplode il caso dell'Amedea, imbarcazione super lusso da oltre 200 milioni: Washington non vuole più mantenerla e ora prova a venderla

Ologarchi russi, il paradosso delle sanzioni: gli Usa hanno speso 20 milioni di dollari per “mantenere” un giga-yacht sequestrato
di Gianluca Cordella
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Marzo 2024, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 13:47

Il paradosso delle sanzioni internazionali per la guerra in Ucraina: avrebbero dovuto mettere in ginocchio il Cremlino e i suoi sostenitori ma stanno invece creando notevole imbarazzo alla Casa Bianca, principale promotrice e sostenitrice delle sanzioni stesse. Al centro di tutto c’è il caso dell’Amadea, giga-yacht da oltre 100 metri e da 230 milioni di dollari (oltre 210 milioni di euro) sequestrato a Suleiman Kerimov, magnate dell’oro e sostenitore di Vladimir Putin. L’imbarcazione di superlusso è stata sequestrata nel 2022, subito dopo l’inizio dell’invasione da parte della Russia, quando era ancorata alle Fiji. La procura americana sosteneva che l’oligarca avesse violato le sanzioni utilizzando i circuiti bancari statunitensi per coprire le spese della nave. Con l’intervento della polizia locale e dell’Fbi, il giga-yacht venne spostato a San Diego. E lì è scoppiato il caso.

Una veduta frontale dell'Amadea (foto Lurssen)

Spese di manutenzione

Perché, conti alla mano, la gestione di un’imbarcazione di quelle dimensioni e di quel lusso ha dei costi esorbitanti. Si parla di 600 mila dollari mensili per la manutenzione, di altri 144 mila per l’assicurazione, cui si aggiungono infine 178 mila dollari mensili per le spese di bacino di carenaggio. Insomma, mantenere la nave dell’oligarca sta costando ai contribuenti americani qualcosa come 922 mila dollari al mese (circa 850 mila euro). Per un totale di circa 20 milioni di dollari dalla data del sequestro.

Ragion per cui il pubblici ministeri federali hanno ora chiesto ai giudici il permesso di vendere la nave. «È eccessivo per i contribuenti pagare quasi un milione di dollari al mese per mantenere l'Amadea quando queste spese potrebbero essere ridotte a zero attraverso una vendita», hanno scritto i pubblici ministeri qualche mese fa.

Il problema – o almeno uno dei problemi – è che non è nemmeno chiaro chi sia il proprietario del giga-yacht. Se gli Usa infatti lo hanno sequestrato attribuendone il possesso a Kerimov, ora che si parla della vendita si è fatto avanti un altro oligarca, Eduard Khudainatov, re del petrolio russo e ovviamente amico e sostenitore di Putin, che si oppone alla transazione in quanto – dice – proprietario reale della nave. Ma secondo Washington è solo un prestanome. I legali di Khudainatov hanno comunicato ai giudici di essere pronti «a rimborsare al governo i costi sostenuti per il mantenimento dell'Amadea in cambio della sua restituzione». «Mantenere l’Amadea è certamente costoso ma i ricorrenti non hanno mai voluto che i contribuenti statunitensi si assumessero tale onere – hanno spiegato gli avvocati - La decisione sbagliata di sequestrarlo è stata presa dal governo americano, sapendo quali sarebbero stati i costi per i contribuenti». Basti pensare che per il solo mantenimento di questo palazzo viaggiante serve un team di 24 persone tra marinai e ingegneri.

Di certo c’è solo che una decisione di questa portata richiederà ancora diversi mesi, nei quali il peso sulle tasche dei cittadini continuerà ad aumentare.

Putin e i suoi beffano le sanzioni. «Brindisi con vini da 200mila euro»: bottiglie per quasi 4 milioni

© RIPRODUZIONE RISERVATA