Sottomarino disperso, cosa è successo al Titan? Dai «colpi» misteriosi ai ritardi: le cinque domande ancora senza risposta

Il batiscafo che osava sfidare la maledizione del Titanic è imploso istantaneamente per una «catastrofica perdita di pressione»

In una combo i cinque passeggeri morti a bordo del Titan: in alto da sinistra Hamisc Harding; Suleman Dawood e Shahzada Dawood; in basso da sinistra Stockton Rush e Paul-Henry Nargeolet
di Silvia Sfregola
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Venerdì 23 Giugno 2023, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 08:47

È finita con una «catastrofica implosione» e la morte istantanea dei cinque esploratori del Titanic. La tragedia del Titan negli abissi dell'oceano, il sommergibile che osava sfidare la maledizione del transatlantico portando facoltosi turisti ad osservare i resti del famoso relitto a quasi 4.000 metri di profondità, resta al momento senza risposta. Dopo giorni di ricerche disperate, i rottami del sottomarino di "OceanGate" disperso da domenica scorsa, sono stati trovati proprio accanto al fantasma del Titanic.

Il veicolo è imploso istantaneamente per una «perdita di pressione», hanno spiegato le autorità alla fine del quarto giorno di ricerche. Le chance di riuscire a salvare l'equipaggio si erano azzerate considerato il freddo gelido e l'ossigeno con le ore contate all'interno del batiscafo. Così, nonostante il dispiegamento di forze straordinario, non è stato possibile salvare la vita all'amministratore delegato di OceanGate Stockton Rush, al miliardario britannico Hamish Harding, al francese Paul-Henry Nargeolet e all'uomo d'affari pachistano Shahzada Dawood e a suo figlio Suleman. E adesso, davanti a una tragedia del genere, le polemiche su "OceanGate" e il suo ceo non accennano a placarsi: per il tabloid britannico The Sun restano cinque domande senza risposta sulla tragedia che si è consumata negli abissi dell'oceano.

Perché il Titan è «imploso»?

Cosa ha causato l'implosione? Il robot schierato per setacciare i fondali a caccia del sottomarino ha rinvenuto il telaio di atterraggio del batiscafo e la sua parte posteriore assieme ad altri tre pezzi proprio vicino alla prua del Titanic. Il veicolo è imploso istantaneamente per una «catastrofica perdita di pressione», hanno spiegato in serata le autorità, confermando i timori degli esperti che avevano ipotizzato un cedimento strutturale dovuto alla pressione o a un malfunzionamento. «Ma nessuno - evidenzia il Sun - ha chiarito cosa abbia causato davvero l'implosione del sommergibile, appositamente progettato per resistere a profondità estreme.

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Il mistero dei rumori in fondo all'oceano

Mercoledì scorso erano stati uditi dei suoni sott'acqua durante le operazioni di ricerca. Gli uomini della Guardia Costiera statunitense avevano detto infatti di aver sentito dei suoni, dei colpi a intervalli di 30 minuti. L'ipotesi inizialmente era che i rumori venissero prodotti dai cinque passeggeri a bordo ma poi la brutta notizia: secondo le prime analisi della Marina statunitense i suoni sarebbero stati generati dal «rumore di fondo dell'oceano». Eppure un altro esperto, Carl Hartsfield, ha dichiarato ai giornalisti che «è stato molto difficile discernere quali fossero i rumori. Abbiamo più sensori nell'area che riportano i dati alle persone migliori del mondo e li trasmettono al team in modo che possano prendere decisioni». Tuttavia - si legge sul Sun - alla conferenza stampa del 22 giugno, il contrammiraglio Mauger ha affermato come non ci fosse alcun collegamento tra i rumori sottomarini rilevati durante la missione di ricerca e la posizione dei detriti sul fondo del mare. «Cosa fossero davvero quei i rumori dei colpi rimane sconosciuto» scrive il tabloid britannico.

La polemica sull'allarme

Perché c'è stato un ritardo di 8 ore prima che venisse lanciato l'allarme? “OceanGate Expeditions” è finita sotto accusa per non aver avvisato subito la Guardia Costiera degli Stati Uniti. La nave è affondata alle ore 13 di domenica 18 giugno, a circa 400 miglia a sud-est di St John's, Terranova. Ma all'incirca dopo un'ora e 45 minuti dall'inizio della discesa, ha perso il contatto con il Polar Prince. «Tuttavia - scrive il Sun - non è stata segnalata la scomparsa fino alle 22.40.

E “OceanGate” non ha mai dato spiegazioni relative al ritardo sulla comunicazione.

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I problemi di sicurezza

Perché il Titan veniva utilizzato nonostante fossero stati sollevati problemi di sicurezza? «Una serie di errori cruciali  di sicurezza sono stati commessi prima che il batiscafo scomparisse in fondo all'Atlantico» evidenzia il Sun. In un'inquietante intervista prima della tragedia il ceo di OceanGate Stockton Rush - che era a bordo dell'ultima esplorazione - aveva confessato i "limiti" alle precauzioni di sicurezza. «Sai, a un certo punto, la sicurezza è solo un puro spreco» aveva detto alla Bbc. «Voglio dire, se vuoi solo essere al sicuro, non alzarti dal letto, non salire in macchina, non fare niente. Ad un certo punto, correrai qualche rischio, ed è davvero è una domanda rischio-rendimento. Penso di poterlo fare con la stessa sicurezza infrangendo le regole». OceanGate era stata coinvolta anche in un'enorme causa legale proprio per i dubbi sulla sicurezza a bordo del Titan. Un ex dipendente aveva raccontato di essere stato licenziato dopo aver espresso le sue preoccupazioni e aver richiesto controlli di sicurezza più rigorosi. Scrive il Sun: «I documenti del tribunale confermano che si è lamentato del fatto che la nave non fosse in grado di raggiungere quelle profondità estreme, necessarie per vedere il relitto del Titanic. I file legali mostrano che OceanGate ha citato in giudizio l'uomo in quanto responsabile della sicurezza di tutto l'equipaggio e dei clienti per aver divulgato informazioni riservate sul Titan».

La sicurezza di emergenza

C'è poi un ultimo giallo ed è quello sul faro di sicurezza: perché a bordo del Titan non c'era? «David Pogue, giornalista della Cbs Sunday Morning ed ex passeggero del Titan - scrive il Sun - ha rivelato che quando la nave lo scorso anno si era persa aveva messo in dubbio il sistema di emergenza della compagnia». Il faro quando è attivo allerta l'intera rete mondiale di ricerca e salvataggio (SAR) progettata proprio per inviare rapidamente i soccorritori alla posizione esatta della barca. Ebbene, il Titan non aveva nessun sistema di questo tipo a bordo. nessun tipo di faro come quello.«Durante la mia spedizione - ha dichiarato Pogue - ci siamo persi e si era discusso proprio della possibilità di installare il faro a bordo».

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