Netanyahu, il 50% degli israeliani di destra chiede elezioni anticipate: salgono le quotazioni di Benny Gantz

Tra gli intervistati che hanno votato per Netanyahu, il 72% ha detto di preferire Trump e solo l'8% ha detto di preferire Biden

Sondaggi politici, il 50% degli israeliani di destra chiede elezioni anticipate. Salgono le quotazioni di Benny Gantz
di Stefania Piras
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 09:23

Crisi di consensi per il premier Benjamin Netanyahu alla guida del governo più a destra della storia di Israele. In un sondaggio commissionato dal quotidiano conservatore Jerusalem Post emerge che il 50% degli israeliani di destra ritiene che si debbano indire elezioni anticipate. Inoltre si rileva la forte richiesta di istituire una commissione d'inchiesta statale per esaminare il massacro del 7 ottobre.

Il 50% degli israeliani di destra ritiene che debbano essere indette elezioni anticipate, e dello stesso avviso è il 40% degli israeliani che ha votato specificamente per il partito del Primo Ministro, il Likud. Sempre secondo lo stesso sondaggio, il 30% di tutto il campione ritiene che le elezioni debbano essere indette subito, mentre il 34% ritiene che la data delle elezioni debba essere fissata per il dopoguerra e il 29% afferma che le elezioni dovrebbero tenersi alla fine dell'attuale mandato della Knesset, nel 2026.

Agli intervistati è stato anche chiesto se il Partito di Unità Nazionale di Benny Gantz dovesse rimanere nella coalizione: il 30% ha risposto che il partito dovrebbe lasciare la coalizione e il 48% che dovrebbe rimanere.

Tra gli intervistati che hanno votato per il Likud, il 54% ha affermato che Gantz dovrebbe rimanere nella coalizione, mentre il 48% degli elettori contrari a Netanyahu la pensava allo stesso modo.

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Forte sostegno all'istituzione di una commissione di inchiesta sui fatti del 7 ottobre

Altra questione importante: capire cause e dinamica, lacune e responsabilità che hanno portato a non intercettare il massacro del 7 ottobre. Agli intervistati è stata posta questa domanda: dovrebbe essere costituita una commissione d'inchiesta statale sul 7 ottobre? Il sondaggio ha rilevato un forte sostegno alla commissione d'inchiesta: il 49% degli israeliani ritiene che la commissione dovrebbe essere istituita già ora, mentre il 43% pensa che dovrebbe aspettare la fine della guerra. Solo il 2% degli intervistati ha affermato che non dovrebbe esserci una commissione d'inchiesta statale.

Tra gli intervistati che hanno votato per la coalizione guidata da Netanyahu, il 93% ha affermato che dovrebbe essere istituita una commissione d'inchiesta statale, mentre tra coloro che hanno votato per gli oppositori di Netanyahu, il 97% ha detto lo stesso.

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Biden o Trump?

Agli intervistati è stato anche chiesto se preferirebbero vedere l'ex presidente Donald Trump o il presidente degli Stati Uniti Joe Biden: il 44% ha detto di preferire Trump, il 30% ha detto di preferire Biden e il 26% ha detto di non essere sicuro. Tra gli intervistati che hanno votato per Netanyahu, il 72% ha detto di preferire Trump e solo l'8% ha detto di preferire Biden, mentre tra coloro che hanno votato per gli oppositori di Netanyahu, il 55% ha detto di preferire Biden e il 23% ha detto di preferire Trump.

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Gantz ancora in testa nei sondaggi

Il sondaggio ha anche esaminato come sarebbe la Knesset se le elezioni si tenessero oggi. Secondo il sondaggio, il Partito di Unità Nazionale sarebbe in testa con 35 seggi, mentre il Partito Likud otterrebbe 19 seggi, Yesh Atid 14 seggi e Shas 11 seggi. Nel frattempo, Yisrael Beytenu otterrebbe 10 seggi, Otzma Yehudit nove seggi, United Torah Judaism sette seggi e Hadash-Ta'al, Ra'am e Meretz cinque seggi ciascuno. Il Partito Sionista Religioso e i Laburisti non supererebbero la soglia elettorale.

Il sondaggio lascerebbe l'attuale coalizione (escluso Gantz) con 46 seggi, mentre l'opposizione otterrebbe 69 seggi (escluso Hadash-Ta'al, che tradizionalmente non entra nei governi).

Agli intervistati è stato anche chiesto chi, secondo loro, sarebbe un primo ministro migliore: Netanyahu o Gantz, con il 41% che ha detto di preferire Gantz, il 29% che ha detto di preferire Netanyahu e il 23% che nessuno dei due è adatto al ruolo. Alla stessa domanda su Netanyahu e Lapid, il 32% ha detto di preferire Netanyahu, il 27% Lapid e il 36% nessuno dei due è adatto al ruolo.

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Frizioni Usa-Israele

La crisi di consensi si riflette anche sull'isolamento internazionale di Israele sancita dalla presa di distanza degli Stati Uniti: le parole di Biden fanno ancora rumore, a distanza di giorni. Il presidente americano ha detto in un'intervista che il premier Netanyahu sta facendo più male che bene allo Stato ebraico. Il recente rapporto annuale dell'intelligence Usa, inoltre, mette in evidenza la crisi di consensi dell'attuale premier. «L'opinione pubblica israeliana sta perdendo la fiducia nelle capacità di leader di Benjamin Netanyahu da quando è iniziata la guerra a Gaza», si legge nella stampa Usa. Le agenzie americane avvertono, inoltre, che si aspettano nelle prossime settimane «grandi proteste che chiedono le sue dimissioni e nuove elezioni. Un governo diverso, più moderato, è una possibilità». Il rapporto rileva che la maggior parte gli israeliani «sostengono la distruzione di Hamas» ma l'aumento delle vittime civili di fame e malattie a Gaza ha fatto aumentare lo scetticismo nei confronti di Netanyahu. Le agenzie americane avvertono, inoltre, che «Israele dovrà affrontare una dura resistenza armata di Hamas negli anni a venire» e che «faticherà a distruggere l'organizzazione terroristica». 

 «Ci aspettiamo che i nostri amici agiscano per rovesciare il regime terroristico di Hamas, e non il governo eletto in Israele». Lo ha detto un alto funzionario politico israeliano, citato dal Jerusalem Post, commentando il rapporto dell'intelligence Usa. L'alto funzionario di Israele ha ribattuto che «i cittadini israeliani, e nessun altro, eleggono il primo ministro. Israele non è un protettorato degli Stati Uniti ma un Paese indipendente e democratico i cui cittadini sono coloro che scelgono il governo».

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