I soldati russi che hanno scavato trincee nella foresta di Chernobyl durante la loro occupazione dell'area sono stati avvelenati delle radiazioni. Gli ucraini, che vivevano vicino alla centrale nucleare esplosa 37 anni fa e che hanno soffocato l'area circostante con contaminanti radioattivi, li avevano avvertiti quando sono arrivati. "Non accampatevi nella foresta". Per i residenti "capivano i rischi" ma erano "solo stolti". Si installavano nella foresta, scavavano trincee, pescavano nel canale di raffreddamento del reattore (pieno di pesce gatti) e sparavano animali, lasciandoli morti sulle strade.
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Soldati russi avvelenati a Chernobyl, cosa è successo
Il reattore n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl è esploso il 26 aprile 1986. È comunemente indicato come il peggior incidente nucleare civile del mondo.
Russian forces suffer radiation sickness after digging trenches and fishing in Chernobylhttps://t.co/s9JIjbDfx5
— OA (@mr_anderssono) April 30, 2023
L'ingresso delle truppe di Putin
Il 24 febbraio 2022, le forze russe sono entrate a Chernobyl dalla Bielorussia, dove sono rimaste per cinque settimane. "Ho iniziato a urlare contro di loro", ha detto al Times Baba Hana, 90 anni, residente a Chernobyl, raccontando uno scontro con le forze d'invasione. "Ho cercato di dare loro informazioni politiche, spiegando cosa stava succedendo nel loro paese... sono di lingua russa, ho chiesto cosa ci facessero lì, chi pensavano di liberare". Secondo quanto riferito, gli uomini di Vladimir Putin si sono accampati entro un raggio di sei miglia dal reattore n. 4 e hanno scavato posizioni difensive nel terreno velenoso sotto la superficie. Il 1° aprile, mentre le truppe ucraine montavano i contrattacchi da Kiev, l'ultimo degli occupanti si ritirava, lasciando dietro di sé mucchi di immondizia.
La malattia
I soldati russi nella foresta da allora sono stati colpiti dalla malattia da radiazioni, hanno confermato i diplomatici. I sintomi possono iniziare entro un'ora dall'esposizione e possono durare diversi mesi, spesso provocando la morte. "Non cercare di trovare la logica, è stupido", ha detto al giornale Oksana Pyshna, 30 anni, una guida turistica diventata dipendente del ministero di stato responsabile della zona di esclusione.