L'esercito russo stenta ad avanzare in Ucraina mentre a casa le madri e le moglie dei soldati devono fronteggiare un'escalation dei prezzi dei generi di consumo base come lo zucchero e gli ortaggi. I riflessi di sanzioni e inflazione, con il rublo che si è fortemente deprezzato, si scaricano sulla popolazione che vive così al supermecato ciò che non apprende dai media ufficiali.
Sale l'inflazione
Nella terza settimana di marzo l'inflazione in Russia è aumentata del 14,5% rispetto ad un anno prima, registrando il più forte balzo da 17 anni. Lo ha reso noto il ministero dell'Economia russo mentre - riporta il Guardian - il Servizio statistico federale ha fotografato un'impennata dei prezzi di alcuni beni, come lo zucchero, del 37,1% in alcune regioni. Balzo anche per le cipolle che in alcune aree del Paese hanno messo a segno un rincaro fino al 40% (13,7% la media nazionale) mentre i pannolini per i bambini registrano rincari del 4,4%, la carta igienica del 3%, il tè nero del 4%.
Quegli scaffali vuoti diventano immagini ricorrenti nella vita quotidiana sia nelle grandi città sia nei centri rurali anche se le autorità di affannano a ribadire che non sono interruzioni nella catena degli approvvigionamenti
La questione dello zucchero è la più spinosa perché sono coinvolte anche la produzione di liquori, sembre ben presenti nel paniere della spesa familiare russa.
Il vice primo ministro Viktoria Abramchenko dichiara tuttavi a che «La Russia è autosufficiente in fatto di zucchero (da barbietola, ndr) e grano, non c'è da avere paura né da fare scorte».
According to Rosstat, this week price of these products rose in Russia:
Sugar - 12.8%
Tomatoes - 12.3%
Bananas - 11.3%
Powdered milk formulas for baby food - 4.1%
Carrots - 3.4%
Salt - 3%
Buckwheat and rice cereals - 2.7%
Canned vegetables - 2.5%
Flour, vermicelli - 2.2%— Fuad Alakbarov (@DrAlakbarov) March 19, 2022
Non manca tuttavia chi sospetta processi speculativi da parte di grossisti e distributori che starebbero tenendo le merci nei depositi per lucrare sui prezzi dei beni pià richiesti. Fatto sta che non sono mancate resse e liti nei supermercati per mettere le mani su un chilogrammo di zicchero o una scatoletta di tonno.