Uno degli effetti destabilizzanti per il Cremlino della marcia wagneriana su Mosca sta emergendo solo in questi giorni. E passa attraverso la lenta ma inesorabile investigazione del Tribunale penale internazionale dell'Aia.
I finanziamenti
Le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin davanti ai funzionari del ministero della Difesa, riportate dalle agenzie ufficiali Tass e Ria Novosti, sul fatto che in realtà l'organizzazione di mercenari Wagner è stata «totalmente finanziata» da Mosca e il tono di rivendicazione col quale lo Zar lo ha sottolineato per dimostrare che le vittorie dei mercenari sono in fondo sue, sarebbero già agli atti della Procura del Tpi. Andrebbero a rafforzare le accuse per le quali è stato chiesto l'arresto di Putin, non più solo la deportazione dei bambini ucraini in Russia, ma potenzialmente tutti i crimini commessi dai mercenari al soldo di Evgeny Prigozhin, dalle esecuzioni sommarie di civili alle violenze sessuali. «Voglio che tutti sappiano dice Putin che al mantenimento del gruppo Wagner ha provveduto completamente lo Stato. Dal budget della Difesa a quello statale, siamo noi ad averlo finanziato». Putin è entrato anche nei dettagli. In un anno, fino a maggio 2003, lo Stato avrebbe versato più di 86 miliardi di rubli, circa 940 milioni di dollari, al gruppo gestito e comandato da Prigozhin. Parole che scoperchiano un vaso di Pandora, dopo che all'inizio della guerra e dalla fondazione di Wagner nel 2014, Mosca aveva negato che il gruppo avesse a che fare con lo Stato, che esistessero in Russia compagnie private di contractor e che Prigozhin ne fosse alla testa. Adesso, stando al Guardian che cita giuristi inglesi, «sarà più facile incriminare Putin per crimini di guerra».
Lo Zar dovrebbe dimostrare di non aver pronunciato quelle parole, o che foraggiare un gruppo criminale non basti, in punta di diritto, per esserne considerati complici.