Vladimir Putin torna ad agitare lo spettro di un conflitto nucleare: una minaccia «reale», ha affermato, a causa delle mosse dei Paesi della Nato nel conflitto in Ucraina. Ma i Paesi occidentali, ha avvertito, devono ricordare che anche Mosca possiede «armi capaci di raggiungere i loro territori».
Putin avverte la Nato: «Rischiamo la guerra nucleare»
Il monito è stato pronunciato dal presidente russo nel suo annuale discorso sullo stato della Nazione davanti alle Camere riunite, un appuntamento in cui Putin ha ostentato sicurezza per i successi ottenuti recentemente sul campo dalle sue truppe, a differenza di 12 mesi fa, quando le sorti sembravano volgere a favore di Kiev. Putin, comunque, ha voluto ribadire ancora una volta che la Russia non ha intenzione di attaccare Paesi dell'Alleanza atlantica, definendo «sciocchezze» gli allarmi che si levano dall'Europa. Così come ha liquidato come «false» le accuse di Washington di voler dispiegare armi nucleari nello spazio.
Le parole dello Zar
«Si tratta solo di uno stratagemma per trascinarci in negoziati alle loro condizioni, che beneficiano solo gli Usa», ha affermato.
Gli attacchi all'Occidente
Il leader russo è tornato quindi ad accusare l'Occidente di volere infliggere una «sconfitta strategica» alla Russia. Ma un tema ha brillato per la sua totale assenza nelle oltre due ore del suo discorso, interrotto da 80 applausi: la Transnistria, l'entità secessionista sul territorio moldavo le cui autorità avevano chiesto ieri l'aiuto di Mosca contro quelle che hanno denunciato come le «pressioni» economiche di Chisinau. Evidentemente non una «priorità» per il presidente, a differenza di quanto affermato ieri dal ministero degli Esteri. Putin ha elogiato i successi delle sue forze in Ucraina, affermando che non faranno marcia indietro («non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno», sono state le sue parole). Ma la maggior parte del suo discorso l'ha dedicato agli interventi nel settore economico, nel quadro di un programma strategico di sviluppo di sei anni che prevede profonde trasformazioni in campo industriale e sociale.
La chiave economica
La Russia, ha annunciato, deve puntare a diventare «una delle quattro più grandi economie al mondo». I mezzi per arrivare a questo obiettivo comprendono il raddoppio degli investimenti per la ricerca scientifica, portandoli al 2% del Pil, l'incremento del 70% di quelli destinati alle industria chiave, il potenziamento della produzione dei beni di consumo e la crescita di due terzi delle esportazioni che non siano di risorse energetiche e materie prime. Quando mancano ormai due settimane alle elezioni in cui si presenta per un quinto mandato, Putin ha avuto un occhio di riguardo per le classi popolari, promettendo di raddoppiare entro il 2030 il salario minimo (portandolo all'equivalente di 390 dollari) e sgravi fiscali. Il presidente ha infine annunciato un vasto piano sanitario con l'obiettivo di innalzare dagli attuali 73 a 78 anni l'aspettativa media di vita, per poi portarla «oltre gli 80». Altri progetti presentati riguardano la riduzione del gap economico tra diverse regioni della Russia e interventi per la protezione dell'ambiente.