Postino beve 10 litri di acqua al giorno, crede sia colpa del diabete ma è un tumore al cervello: la storia di Jonathan

Una sete costante, che i medici inizialmente avevano attribuito al diabete. Poi la terribile diagnosi

Beve 10 litri di acqua al giorno, crede sia colpa del diabete ma è un tumore al cervello: la storia di Jonathan
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Lunedì 17 Luglio 2023, 23:13

Ha bevuto per due anni fino a dieci litri di acqua al giorno. Una sete costante, che i medici inizialmente avevano attribuito al diabete. Così ha vissuto Jonathan Plummer, 41enne inglese che poi dopo visite di controllo da specialisti e cure senza esito, ha scoperto di avere un tumore al cervello. Una storia non nuova ma vecchia di 20 anni tornata d'attualità con la testimonianza del protagonista, originario di Falmouth: «Avevo una sete costante che non riuscivo a placare. È stato un periodo terribile che mi ha fatto perdere diversi giorni di lavoro, inoltre ho sperimentato un'estrema stanchezza».

Jonathan: «Dopo la diagnosi ero devastato»

Jonathan ha scoperto di avere un tumore al cervello grazie a un esame della vista che ha rilevato un'anomalia.

Da lì la visita specialistica al Derriford Hospital per una risonanza magnetica che ha rivelato una grande massa tumorale. «Non avrei mai immaginato che la causa fosse un tumore al cervello, per non parlare del fatto che è stato notato durante un esame della vista. Ero devastato» ha rivelato Jonathan, che di lavoro fa il postino. 

Le cure

Dopo trenta cicli di radioterapia e terapia steroidea, Jonathan si è liberato dal cancro. Per tutta la vita dovrà prendere dei medicinali, ma il male più cattivo è stato estirpato.  liberarsi dal cancro. Continuerà a prendere farmaci per il resto della sua vita, ma può dire di essere vivo.

Mel Tiley, responsabile dell'ente Brain Tumour Research West, ha detto: «Siamo grati a Jonathan per aver condiviso la sua storia ed è meraviglioso sapere come ha trovato positività dopo quella terribile diagnosi. La sua storia ci ricorda che i tumori cerebrali sono indiscriminati; possono colpire chiunque a qualsiasi età. Siamo determinati a cambiare questa situazione, ma è solo lavorando insieme che saremo in grado di migliorare le opzioni terapeutiche per i pazienti e, in definitiva, trovare una cura».

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