I vescovi ucraini: «Non sarà facile spiegare alla gente che il Papa non è filorusso, la sua popolarità è al 3%»

La hanno definita una vera sfida quella di trasmettere alla loro gente che Bergoglio è davvero con loro e non con Mosca

I vescovi ucraini: «Non sarà facile spiegare alla gente che il Papa non è filorusso, la sua popolarità è al 3%»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 14 Settembre 2023, 19:48

I vescovi dell'Ucraina tornano in patria rassicurati. Papa Francesco non è filorusso ma sta dalla loro parte. Dopo una settimana a Roma trascorsa tra riunioni, incontri in curia e un lungo scambio molto franco con il pontefice che li ha ricevuti nei giorni scorsi rasserenandoli e sgombrando il campo da letture fuorvianti (“un equivoco”), all'episcopato ucraino ora toccherà la parte più complicata. La hanno definita una vera sfida quella di trasmettere alla loro gente che Bergoglio è davvero con loro e non con Mosca. In questi ultimi mesi la popolarità del Papa - dall'inizio della guerra - è andato a picco fino «al 6% ma alcuni sondaggi dicono persino il 3%» afferma l'arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Schevchuk, al termine del Sinodo della chiesa greco- cattolica ucraina. Le parole sulla 'Grande Russia' e il riferimento a Caterina II avevano sollevato aspre polemiche ovunque, persino dalla stessa chiesa greco cattolica ucraina. “Ora noi dobbiamo comunicare la vicinanza del Pontefice alle persone e non sarà facile. All'inizio del conflitto, infatti, la sua popolarità era altissima tanto da essere considerato il leader morale più autorevole in assoluto, mentre oggi è in caduta libera. Noi gli abbiamo mostrato piena disponibilità ad essergli al fianco. Ad essere interpreti della sua premura paterna». 

Il colloquio

Shevchuk rispondendo ai giornalisti che chiedevano un commento sulle parole del consiglire del presidente Mikhailo Podolyak che qualche giorno fa aveva detto che Kiev non ha bisogno della mediazione di Francesco per le sue posizioni «filorusse», ha lasciato intendere che per loro il caso è chiuso. «Non sono sicuro che il governo ucraino abbia chiuso tutte le porte alla Santa Sede, anzi.

Io personalmente in questi giorni a Roma ho chiesto agli ambasciatori ucraini a Roma, sia all'ambasciatore in Italia e presso la Santa Sede, i quali mi hanno risposto che quella del consigliere del presidente Zelensky era solo una sua convinzione personale».

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L'Ucraina con le sue «ferite sanguinanti» è stata al centro di profonde riflessioni. «Secondo me l'opinione pubblica ucraina ritiene che non dobbiamo disprezzare gli amici, ma che dobbiamo cercare gli amici. Noi vescovi abbiamo la sfida di articolare il messaggio che abbiamo ricevuto dal Santo Padre». Ha raccontato che è difficile parlare di guerra, dolore, distruzione, bambini morti e donne stuprate (che sono tantissime) in luoghi che sono distanti e fortunatamente in pace come l'Italia.

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Cosa intende per pace giusta il Papa? «La parola pace purtroppo viene desacralizzata, vengono dati tanti significati: per alcuni la pace significa anche resa incondizionata. Il concetto di pace è mutato. il cardinale Zuppi ci ha detto che la pace deve essere giusta, stabile, autentica». Shevchuk ritiene importante la tappa di Pechino della missione dell'inviato papale perchè «è un rilevante conoscitore geopolitico che ha sempre dichiarato di volere collaborare per la pace».

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La Chiesa ucraina confida nella Santa Sede anche per la soluzione di alcune questioni umanitarie, come quella «dei civili rapiti e torturati che finora non sono rientrati in nessuno scambio dei prigionieri». L'arcivescovo maggiore di Kiev ricorda anche i due sacerdoti redentoristi, padre Ivan Levytskyi e padre Bohdan Haleta, nelle mani dei russi. «Il Santo Padre, il cardinale Pietro Parolin, e il cardinale Zuppi in ogni incontro con le autorità russe hanno toccato la questione ma purtroppo senza ancora nessun risultato». 

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