LE MODIFICHE
Accordi che il nostro paese è intenzionato a garantire ma anche a modificare proprio nella parte che riguarda i diritti umani e le condizioni di vita nei centri libici. Un tema che sta particolarmente a cuore al Viminale e alla Farnesina, e sul quale Palazzo Chigi starebbe lavorando con una iniziativa che vedrà il contributo dell'Ue e dell'Onu e che dovrebbe tentare proprio di migliorare la situazione in quei lager dove i trattamenti sono tutto meno che umani.
L'incontro di Bashagha con Lamorgese è durato per più di due ore, e si è svolto alla presenza di una ventina di persone: le varie delegazioni dei due paesi, a cominciare dall'intelligence, presente con l'Aise, per finire alla polizia e ad altri esperti del settore. Minaccia terroristica, immigrazione, conflitto sul terreno, sono solo una parte dei temi trattati, ma la questione cara a Tripoli è stata soprattutto politica. Bashagha ha molto insistito affinché l'Italia mantenesse una posizione chiara nei confronti del paese africano. Ha chiesto rassicurazioni e aiuti materiali per gestire una situazione molto difficile dopo mesi di guerra, con le autorità libiche che si trovano ad affrontare 300 mila sfollati e la chiusura di 5 campi per immigrati che si trovavano sulla linea del fuoco, che ora hanno problemi di ricollocamento.
Di Maio ha confermato «il sostegno del Governo italiano a Serraj e ha assicurato il massimo impegno per una soluzione politica della crisi libica, a partire dalla piena attuazione degli esiti della Conferenza di Berlino». Il titolare della Farnesina ha annunciato inoltre che l'Italia presenterà presto «una serie di emendamenti al fine di migliorare i contenuti del memorandum bilaterale in materia migratoria del 2017, con particolare riguardo al rispetto dei diritti di migranti e richiedenti asilo». Anche la ministra Lamorgese ha ribadito la disponibilità a proseguire la collaborazione, sottolineando l'importanza di non allentare le maglie dei controlli sulle partenze dei barconi, che nell'ultimo mese hanno visto un'impennata.
I PATTUGLIAMENTI
I libici, dal canto loro, sollecitano aiuti per allestire i campi in disuso, per potenziare il pattugliamento marittimo e le attrezzature (radar, droni non armabili) per controllare le sterminate frontiere meridionali, dove però non è chiaro le tribù da che parte stiano. Tutti punti compresi nel Memorandum, che è difficile portare avanti in tempo di guerra. Le trattative comunque proseguiranno, sperando in un cessate il fuoco reale e c'è anche l'intenzione di riattivare il Comitato tecnico misto italo-libico per rendere più fluida la comunicazione tra le due parti.
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