Israele, donne stuprate, uccise e mutilate: orrore nei kibbutz. «Teste tenute in mano come trofei»

Indagini in corso sulle violenze di Hamas lo scorso 7 ottobre

Israele, donne stuprate, uccise e mutilate: orrore nei kibbutz. «Teste tenute in mano come trofei»
di Raffaella Troili
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Giovedì 9 Novembre 2023, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 08:46

Hanno trovato cadaveri nudi, mutilati, sanguinanti, i polsi legati. Violentate, uccise, massacrate. Un orrore senza fine quello avvenuto lo scorso sette ottobre nei kibbutz da parte dei terroristi di Hamas. La polizia israeliana - riporta The Jerusalem post - sta raccogliendo testimonianze di stupri e aggressioni sessuali avvenuti il ​​sabato del rave e dell'assalto ai villaggi.

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In particolare l'Unità nazionale anticrimine Lahav 433 della polizia israeliana ha raccolto la testimonianza di una giovane donna sopravvissuta al massacro avvenuto al festival musicale di Re'im. «Mentre ero nascosta, sono riuscita a vedere un terrorista che stava violentando un'altra donna», ha raccontato mostrando la presa violenta del terrorista con le sue mani. «Era viva prima, si alzò in piedi, sanguinando dalla schiena.

Ma lui le tirava i capelli lunghi e castani». Una delle migliaia di prove raccolte dalla polizia. Testimonianze chiave anche alla luce della scomparsa di numerosi giovani, nella migliore delle ipotesi ostaggi, altrimenti vittime del massacro e i cui corpi non sono stati ancora trovati.

Testimonianze dirette degli stupri sono fondamentali: gli investigatori - scrive Haaretz - hanno raccolto la prima testimonianza diretta di uno stupro di gruppo. Finora c'erano solo i racconti dei soccorritori: cadaveri femminili trovati nudi, i polsi legati, i segni degli abusi, e i successivi esami anatomopatologi. La teste oculare non era sola, dunque il suo racconto è rafforzato da quello di un'altra donna che non vedeva ma sentiva ciò che la teste le riportava. L'orrore: «La donna dice di aver visto una ragazza stuprata a turno da uomini in mimetica, l’ultimo le ha sparato alla testa mentre la stava violentando, hanno mutilato il corpo e si lanciavano le parti tagliate via. Alcuni tenevano la testa di un’altra vittima come trofeo».

Le indagini

Gli investigatori israeliani hanno raccolto testimonianze che descrivono nel dettaglio orribili episodi di stupro e mutilazioni dei cadaveri delle vittime. Gli interrogatori della polizia sull’attacco terroristico del 7 ottobre si muovono su tre settori, afferma The Jerusalem Posth, e si dà molta attenzione alle testimonianze dei terroristi arrestati. «Le testimonianze includono informazioni cruciali per la difesa delle forze dell’df sul campo di battaglia e per le attività diplomatiche di Israele».  La polizia ha anche raccolto decine di testimonianze del personale di soccorso e recupero della Zaka che ha evacuato i corpi dopo il massacro: «descrivono dettagliatamente le atrocità commesse dai terroristi di Hamas, comprese quelle di natura sessuale». La polizia israeliana starebbe lavorando anche alla creazione di «un'applicazione mobile su cui i sopravvissuti al massacro potranno condividere le loro storie».

L’unità Lahav 433 si è occupata di indagini e casi complessi, dalla condanna del primo ministro Ehud Olmert e al processo ancora in corso per corruzione del premier Benjamin Netanyahu. Gli agenti hanno arrestato almeno 200 terroristi palestinesi, l’ipotesi è di istituire un tribunale speciale. Ora la polizia sta analizzando oltre 50 mila video ripresi dalle telecamere indossate dagli stessi terroristi, da altre posizionate sulle auto dei civili israeliani e da quelle di sorveglianza in abitazioni e kibbutz.

Non è facile associare i singoli arrestati ai crimini commessi, si ipotizza che il procuratore voglia cercare la condanna per omicidio, stupro o abusi se l’uomo arrestato si trovava nella zona dove sono stati commessi, ossia in tutte le zone a sud invase. Il riconoscimento biometrico ha permesso di individuare autori di reati specifici: un capo della Nukhba, i commando di Hamas, avrebbe ucciso 14 soldati, si è filmato mentre abusa il cadavere di un militare ed è responsabile anche di aver ammazzato i civili in un kibbutz vicino.

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