A scoppio ritardato arriva la condanna di Vladimir Putin per la “crudeltà” dell’attacco di Hamas a Israele, ma con l’aggiunta che anche gli israeliani rispondono «con metodi piuttosto crudeli». Parlando con i giornalisti al vertice dei Paesi della Comunità degli Stati indipendenti (Csi) a Bishkek, in Kirghizistan, il leader russo lancia un chiaro altolà a Israele perché non trasformi Gaza in un’altra Leningrado.
Accuse
«Un assedio simile è inaccettabile, così come le vittime civili» di un possibile intervento via terra. Per essere ancora più esplicito nella sua posizione antiamericana, spiega che «questa enorme tragedia per gli israeliani e i palestinesi è il risultato diretto delle politiche fallimentari americane in Medio Oriente». Il riavvicinamento di Mosca a Teheran nella guerra in Ucraina, con l’uso sistematico di droni e munizioni iraniani, aveva già da tempo incrinato il delicato equilibrio dei rapporti tra Russia e Israele. Ora, l’incursione terroristica dei combattenti di Hamas e la reazione israeliana vedono Putin sollecito nell’approfittare dell’instabilità mediorientale in chiave antioccidentale (e anti-israeliana). Al tempo stesso, sembra raggiunto il primo obiettivo politico dell’attacco di Hamas, in sintonia con l’Iran, ovvero bloccare il dialogo tra il principe saudita Mohammed bin Salman e Netanyahu per la normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita e la firma di “accordi di Abramo”, in linea con quelli già siglati con gli Emirati arabi uniti.
Stando a fonti della Reuters, infatti, i colloqui tra Riad e Gerusalemme non saranno interrotti ma slitteranno, congelati dalla ripresa del conflitto.
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Conseguenze
Israele, dice, è stato attaccato «con una brutalità senza precedenti, eppure la questione va risolta pacificamente, non c’è alternativa a due Stati indipendenti. Una operazione di terra nella Striscia di Gaza con l’uso di attrezzature pesanti in zone residenziali è una questione complessa, irta di gravi conseguenze per tutti», conclude. «Potrà esserci un numero assolutamente inaccettabile di vittime civili tra i due milioni di persone della Striscia, bisogna porre fine al bagno di sangue». Si è arrivati a questo punto a causa della «linea unilaterale che gli Usa hanno tenuto per molti anni, portando la situazione in Medio Oriente in un vicolo cieco, non usando il quartetto di mediatori» che comprende Onu, Usa, Russia e Ue.
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Cairo
Delicata, infine, la posizione di un altro protagonista dell’area, l’Egitto, il cui ministero degli Esteri ieri ha condannato la decisione dell’esercito israeliano di intimare l’evacuazione di un milione di persone a Gaza da nord a sud. «È una grave violazione delle regole del diritto umanitario internazionale, che espone un milione di cittadini palestinesi ai rischi di restare all’aperto senza rifugi». Inoltre, il Cairo teme il flusso di profughi che potrebbe arrivare dalla frontiera tra Gaza e Egitto.