Non si ferma l'ondata di incendi in edifici pubblici (ma anche privati) in Russia. In alcuni casi la matrice non è chiara, anche se il numero di questi episodi è anomalo. In altri, è evidente che si tratta di roghi dolosi che prendono di mira i centri di reclutamento, una chiara contestazione alla guerra. Questa mattina, in Siberia, nella città di Tyumen, è andato a fuoco una parte di un palazzo governativo, più precisamente del parlamento regionale. La Tass parla di un'area di circa 1.500 metri quadrati. Sono stati necessari 70 vigili del fuoco e due ore di lavoro per domare le fiamme. Nessuna informazione sulle cause di questo nuovo rogo che ha interessato un palazzo governativo.
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Gli incendi delle ultime settimane
Nelle ultime settimane in Russia sono state attaccate dal fuoco strutture strategiche di vario tipo: i depositi di carburante a Belgorod e Bryansk vicino al confine ucraino (in quel caso si è ipotizzata un'azione di un elicottero ucraino), fabbriche di polvere da sparo e un istituto di ricerca aerospaziale. Si tratta di edifici che dovrebbero avere un sistema di vigilanza e misure anti incendio al livello massimo. Per questo, tra le ipotesi che sono circolate, c'è anche quella di un ruolo giocato da attacchi hacker che avrebbero messo fuori uso i centri di controllo.
Discorso differente è quello che riguarda i centri di reclutamento. Sono almeno 13 i casi di incendi dolosi che, dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina decisa da Putin, hanno interessato questo tipo di strutture in Russia.