Un piccolo gruppo di agenti di Hamas ha pianificato il massacro contro Israele il 7 ottobre comunicando attraverso una rete di telefoni cablati inseriti nel loro sistema di tunnel per evitare di essere scoperti e intercettati dall’intelligence israeliana. Lo scrive la Cnn, citando dati dei servizi segreti Usa. Secondo il rapporto, nell’arco di due anni, Hamas ha evitato di usare cellulari e computer, usando telefoni fissi e incontrandosi di persona per pianificare l’attacco attraverso «misure di controspionaggio vecchio stile». Le linee telefoniche nei tunnel permettevano agli agenti di comunicare tra loro in segreto senza essere rintracciati dai funzionari dello Shin Bet, hanno riferito le fonti alla Cnn.
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Controspionaggio vecchio stile
Durante i due anni di pianificazione, la piccola cellula operante nei tunnel ha utilizzato le linee telefoniche fisse per comunicare e pianificare l’operazione, ma è poi rimasta ferma fino al momento di attivarsi e dare l’ordine a centinaia di combattenti di Hamas di lanciare l’attacco del 7 ottobre.
Le istruzioni
Le Forze di difesa israeliane si riferiscono informalmente ai tunnel costruiti da Hamas come alla «metropolitana di Gaza». I tunnel costituiscono un vasto labirinto che viene utilizzato per immagazzinare razzi e depositi di munizioni, oltre a fornire ai militanti un modo per spostarsi inosservati. L’Idf afferma inoltre che contiene centri vitali di comando e controllo di Hamas. Dagli anni ‘80 in poi si è iniziato a parlare di una rete di sotterranei utilizzata - in un primo momento - per far entrare nel territorio di Gaza viveri e altre merci. Le strutture sono poi diventate un importante modo per riuscire a far entrare e uscire dalla Striscia armi e uomini. E per altri scopi bellici: è da lì che nel 2006 il soldato israeliano Gilad Shalit, catturato da Hamas, fu portato nel territorio della Striscia, per essere poi liberato solo nel 2011. Nel corso degli anni quei cunicoli hanno assunto sempre più importanza strategica e logistica e anche per questo, durante la guerra del 2014, Israele giustificò l’invasione della Striscia proprio con il tentativo di distruggere i tunnel, nei quali l’attacco del 7 ottobre scorso è stato preparato un anno fa in tutta segretezza.
Lo dimostra un manuale trovato sul corpo di un miliziano di Hamas ucciso negli scontri con i soldati israeliani e diffuso Washington Post. Il documento, datato l’anno scorso, contiene istruzioni su come utilizzare determinate armi, identifica le vulnerabilità dell’equipaggiamento militare israeliano e impartisce consigli su come uccidere con un coltello. Lo scritto sembra essere stato preparato per diverse unità delle brigate d’élite Izzedine al-Qassam di Hamas, tra cui specialisti anti-corazzati, ingegneri, cecchini, esperti di fanteria e di tunnel, nonché per quelle che l’opuscolo descrive come «truppe d’assalto». Si stima che l’ala militare segreta di Hamas, al-Qassam, abbia costruito una forza compresa tra i 15 mila e i 40 mila combattenti pronti al combattimento, 1.200 dei quali, secondo quanto riferito, erano coinvolti nell’attacco contro Israele. Negli anni precedenti, quando i tunnel erano aperti verso l’Egitto, Hamas poteva facilmente contrabbandare esplosivi e razzi a Gaza, ha affermato Mkhaimar Abusada, analista dell’Università Al-Azhar di Gaza. Ma il presidente egiziano Abdel Fatah El-Sisi ha bloccato le rotte del contrabbando.